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Autore: Named Admin

Carenze nutritive: benefici dell’utilizzo di multivitaminici completi

Carenze nutritive: benefici dell’utilizzo di multivitaminici completi

Integrazione alimentare per soddisfare il fabbisogno di vitamine e minerali

Nei Paesi occidentali è in corso un vivace dibattito sulle conseguenze negative per la salute derivanti da abitudini alimentari caratterizzate da un consumo eccessivo di cibi ipercalorici e ultra-processati ma poveri di nutrienti vitali. L’espressione “calorie vuote” riassume il paradosso di un’alimentazione opulenta che nasconde una povertà di ingredienti essenziali per la vita.

In aggiunta, a causa delle coltivazioni intensive e dello sfruttamento del terreno, dell’inquinamento del suolo e dell’uso di pesticidi per la produzione, frutta e verdura non sempre riescono a garantire l’apporto di vitamine e sali minerali che in condizioni normali potrebbero apportare, provocando il mancato raggiungimento dei valori nutrizionali necessari per una sana alimentazione.

Dalla conoscenza dello stretto legame tra stile di vita, alimentazione e salute, è nata la consapevolezza dell’importanza di scegliere alimenti semplici e non trasformati che possano apportare tutti i nutrienti necessari. E, nel caso di carenza o aumentato fabbisogno, della possibilità di reintrodurre sotto forma di integrazione micronutrienti come vitamine e minerali, per assicurare all’organismo energia, tono e vitalità ottimali, in base alle diverse fasi della vita, alla stagione dell’anno, allo stadio di crescita, all’attività esercitata (studio, lavoro), all’esercizio fisico e sportivo, alla presenza di particolari condizioni (gravidanza, allattamento, convalescenza, cambio stagionale, cattive abitudini alimentari) e alle condizioni di stress.

Carenza di micronutrienti

La carenza diffusa di micronutrienti nei Paesi industrializzati è la conseguenza del metodo di coltivazione intensiva e in serra – che porta con sé l’impoverimento del suolo e l’uso intensivo di fertilizzanti – e dell’eccessiva raffinazione. Tutti processi che riducono, talvolta in maniera drammatica, il contenuto in vitamine e minerali dei cibi.

In particolare, è stato rilevato un evidente calo di minerali e vitamine in alimenti di largo consumo. In uno studio condotto nel 2015 è risultato che dal 1985 al 2002 la concentrazione in micronutrienti, come magnesio, calcio, acido folico e vitamina C, ha subito una riduzione significativa che per alcuni alimenti è superiore al 50% 1.

I colori della salute

Per garantire un apporto adeguato di micronutrienti, i nutrizionisti consigliano di preparare e consumare quotidianamente in abbondanza frutta e verdura dei cinque colori principali: rosso, giallo-arancio, verde, blu-viola, bianco. A ciascuno dei colori corrisponde la presenza di particolari sostanze fitochimiche che svolgono un’azione specifica sull’organismo 2.

Rosso
Gli alimenti di colore rosso (anguria, arancia rossa, barbabietola rossa, ciliegia, fragola, pomodoro, rapa rossa), particolarmente ricchi in licopene e flavonoidi, contribuiscono alla protezione cellulare nei confronti dello stress ossidativo e partecipano al metabolismo energetico. 

Giallo-arancio
Il colore giallo-arancio degli alimenti (albicocca, arancia, cachi, carota, limone, mandarino, melone, peperone, pesca, pompelmo, zucca) è dovuto alla presenza di carotenoidi, che insieme alla vitamina A, flavonoidi e vitamina C mantengono le difese immunitarie, supportano tono e vitalità.

Verde
Il colore verde (asparago, basilico, bieta, carciofo, cavolo, cetriolo, cicoria, cime di rapa, indivia, kiwi, lattuga, prezzemolo, rucola, spinaci, zucchina) è dovuto principalmente alla presenza di clorofilla oltre ad acido folico, vitamina C, magnesio e luteina con attività di depurazione e protezione epatica.

Blu-viola
Gli alimenti di colore blu-viola (frutti di bosco, melanzane, prugne, radicchio, uva nera), particolarmente ricchi di antocianine e bioflavonoidi, svolgono attività protettiva sul sistema cardiovascolare. 

Bianco
Gli alimenti di colore bianco (aglio, cavolo bianco, cipolla, finocchio, funghi, mela, pastinaca, pera, porri, sedano), sono generalmente ricchi in vitamina C e fibre. Queste ultime favoriscono il processo digestivo e l’attività intestinale.

Integrazione multivitaminica: energia e vitalità

In caso di carenza o aumentato fabbisogno di vitamine e minerali si può ricorrere all’uso di integratori alimentari. Questo tipo di integrazione può risultare utile per evitare carenze, per sostenere situazioni di stress o affaticamento, convalescenza, studio intenso o lavoro particolarmente impegnativo, oltre che nelle situazioni di inappetenza da cause diverse.

In commercio sono disponibili integratori alimentari specifici formulati per fornire il 100% del fabbisogno giornaliero di vitamine e minerali (VNR = Valori Nutritivi di Riferimento) in una sola somministrazione. Particolare interesse rivestono succhi di verdura lattofermentati ed estratti a freddo. I succhi da verdure lattofermentate sono alimenti che, attraverso processi di fermentazione spontanea a opera di microrganismi, si arricchiscono di sostanze utili per il nostro intestino e per il benessere generale.3


1 Pem D., Jeewon R., Fruit and Vegetable Intake: Benefits and Progress of Nutrition Education Intervention-Narrative Review Article. Iran J Public Health. Vol.44, No.10, Oct 2015, pp.1309-1321.

2 Formenti A., Mazzi C., Dieta e salute con gli alimenti vegetali. Tecniche Nuove, 2012. Brigo B., Vitamine e minerali. Tecniche Nuove, 2015.

3 Tan X. et al., 2024; Castellone V. et al., 2021

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Human Longevity Program: come rallentare e invertire l’invecchiamento

Human Longevity Program: come rallentare e invertire l’invecchiamento

L’invecchiamento in salute è una sfida globale, si pensi che nel 2050 in Italia, la quota di ultra 65enni raggiungerà il 35,9% della popolazione totale. Uno degli obiettivi della medicina moderna è identificare risposte per raggiungere il traguardo di regalare anni di salute alla popolazione che invecchia. Grazie alla ricerca scientifica esistono già molte risposte per aiutarci a invecchiare in salute. Per capire meglio come affrontare il percorso di vita finalizzato a una longevità sana e quali siano i programmi di ricerca dedicati al tema abbiamo parlato con il Professor Ennio Tasciotti, Direttore dello Human Longevity Program presso l’IRCCS San Raffaele di Roma e Ordinario di Scienze e Tecnologie Mediche Applicate presso l’Università San Raffaele di Roma.

Professor Tasciotti, in cosa consiste lo “Human Longevity Program”?

“Dopo 15 anni di ricerca negli Stati Uniti in nanomedicina e medicina rigenerativa, ho deciso di applicare quello che ho imparato su tecnologie biomedicali di frontiera alla sfida contro l’invecchiamento. Lo Human Longevity Program integra i recenti progressi tecnologici, scientifici e clinici per sviluppare diagnostica molecolare avanzata (genomica, biochimica, microbioma), nuove terapie personalizzate (anti-infiammatorie e di biohacking), e rivoluzionari approcci preventivi (medicina digitale e tecnologie assistive per l’invecchiamento attivo). L’obiettivo è garantire la massima efficienza metabolica all’organismo, al fine non solo di rallentare l’invecchiamento biologico, ma anche di invertirne la direzione. L’IRCCS San Raffaele di Roma, designato dal Ministero della Salute come centro di eccellenza per la gestione delle polimorbidità, delle malattie croniche e delle patologie neurodegenerative a lungo decorso è l’istituzione che ospita il programma. La nostra ambizione è migliorare le condizioni di prevenzione, diagnosi e cura dei pazienti, per diminuire l’impatto dei sintomi della malattia sulla funzionalità dell’individuo e massimizzarne il decorso clinico.”

Come si struttura questo programma?

“Il programma ha una struttura molto articolata e rappresentativa delle necessarie specialità mediche e discipline scientifiche, ma fondamentalmente si basa su tre pilastri centrali.

  1. Nutrizione e Nutraceutica: la dieta è fondamentale per la salute e deve essere adattata alle esigenze individuali del paziente. Per diverse ragioni, tra cui l’impoverimento dal punto di vista nutrizionale degli alimenti, l’alimentazione selettiva o altro può essere che la dieta non sia sufficiente e il ricorso alla nutraceutica diventi sempre più importante.
  2. Non tutti hanno lo stesso metabolismo, quindi è essenziale costruire una dieta e una supplementazione personalizzata. In alcuni casi, è importante intervenire con la nutraceutica e l’integrazione di nutrienti non facilmente ottenibili tramite il cibo. La personalizzazione della dieta e l’integrazione mirata possono migliorare significativamente la salute e rallentare l’invecchiamento.
  3. Attività Fisica: il corpo umano è fatto per muoversi. L’attività fisica permette di bruciare calorie, mantenere l’equilibrio tra massa magra e massa grassa, e attivare il sistema linfatico, che elimina le tossine. Inoltre, l’esercizio fisico stimola il metabolismo muscolare, che produce citochine e messaggeri molecolari con effetti positivi su organi e funzioni corporee, promuovendo la riparazione tissutale.
  4. Funzionalità Cognitival’attività cerebrale è cruciale per tutte le funzioni corporee, in tutto il percorso di vita. Disturbi emotivi come stress, ansia e paure possono avere un impatto negativo sulla longevità. La parte cognitiva è particolarmente importante per pazienti con malattie neurodegenerative a decorso lento. Intervenire precocemente può modificare il decorso di queste malattie, che altrimenti progredirebbero inevitabilmente.

    Implementando questi quattro pilastri, il programma mira a mantenere un’alta efficienza metabolica, permettendo all’organismo di riparare i danni e contrastare i processi degenerativi legati all’invecchiamento.

    Quando è importante il contributo di aziende private per incentivare la ricerca e promuovere awareness sul tema longevità? Ci parli del progetto Wellongevity di Named Group e del suo board scientifico

    L’approccio alla longevità e alle pratiche antiinvecchiamento è intrinsecamente multidisciplinare. ONU e OMS hanno chiaramente chiesto il contributo della comunità scientifica, delle istituzioni e dei privati per arrivare all’obiettivo di una longevità in salute e sostenibile. Per affrontare il problema in modo completo, è essenziale riunire diversi esperti scientifici e clinici. Per questo Named Group ha riunito me e diversi altri importanti esperti del tema longevità. Il progetto si fonda sullo studio di alcuni degli ambiti fondamentali sui quali agire per sostenere prevenzione e correttivi mirati anche in un’ottica di sostenibilità futura del Sistema Sanitario Nazionale.

    1. Mantenere in equilibrio il microbiota intestinale;
    2. Evitare e ridurre precocemente il rischio di malattie cardiovascolari;
    3. Gestire al meglio il dolore cronico;
    4. Ridurre il grasso viscerale e combattere l’obesità;
    5. Gestire attentamente le fasi ormonali della vita riproduttiva e la menopausa;
    6. Rompere il binomio invecchiamento-disabilità;
    7. Promuovere una nutrizione che riduca la fragilità.

    L’obiettivo di Named Group congiuntamente con il board scientifico è disseminare conoscenza e aumentare la consapevolezza verso una medicina preventiva, predittiva, personalizzata e partecipativa, oltre che individuare con rigore scientifico dove la nutraceutica possa dare risposte mirate

    Questo impegno ha portato alla creazione di una pubblicazione scientifica che approfondisce gli aspetti scientifici, le basi molecolari e gli interventi clinici che si possono mettere in pratica per ottenere buoni risultati nel contrastare l’invecchiamento, oltre a eventi educazionali, attività digital e altro. 

    Qui il link https://bit.ly/3yipfbb dove trovare interessanti approfondimenti, oltre alle interviste al board scientifico.

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    Da Salute&Benessere, Numero 49 di Ottobre 2024

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    Menopausa: cosa accade e come comportarsi

    Menopausa: cosa accade e come comportarsi

    Una panoramica sul ruolo degli ormoni femminili e 7 consigli per prevenire eventuali disturbi

    La menopausa è una fase fisiologica nella vita di una donna, caratterizzata da una progressiva riduzione nella produzione di ormoni femminili. Il calo ormonale di estrogeni, progesterone e DHEA può comportare la comparsa di disturbi di varia natura: uro-ginecologici (secchezza vaginale, prurito intimo), vasomotori (vampate di calore, sudorazione, alterazioni della pressione arteriosa), cardiovascolari, osteoarticolari e psichici (sbalzi di umore, apatia, gelosia).1

    Estrogeni, progesterone e DHEA2

    È utile conoscere l’ampiezza delle funzioni svolte dagli ormoni femminili per capire ciò che accade durante la menopausa, quando la quantità di estrogeni, progesterone e DHEA (deidroepiandrosterone) nel corpo della donna tende a diminuire.

    I più importanti effetti degli estrogeni sono la stimolazione di tessuto osseo, l’effetto sulla pressione arteriosa, il mantenimento dello stato di idratazione e di elasticità della pelle, il mantenimento dei normali livelli di colesterolo, l’aumento dell’energia muscolare e la facilitazione della memoria.

    In menopausa il progesterone protegge l’utero, migliora il tono dell’umore, facilita il sonno, riduce lo stato di agitazione e la tensione muscolare, favorisce il controllo del peso, protegge cuore e vasi, migliora il benessere di pelle e mucose, mantiene la struttura ossea

    Il DHEA, ormone prodotto principalmente dalle ghiandole surrenali, viene spesso definito “ormone della giovinezza” perché raggiunge il suo picco intorno ai 25 anni, per poi diminuire progressivamente con l’avanzare dell’età. Il DHEA è il precursore di tutti gli ormoni sessuali e il suo calo in menopausa può influire su vari aspetti del benessere femminile. 

    Inoltre, evidenze scientifiche indicano che il DHEA può migliorare l’umore, l’energia, il senso di benessere, la capacità di tollerare lo stress (perché controbilancia molti degli effetti negativi di un eccesso di cortisolo) e l’aspetto dell’invecchiamento cutaneo.

    Consigli utili per la menopausa

    Alcune misure generali possono favorire il benessere in menopausa 3:

    1. consumare cereali integrali, legumi, soia, pesce;
    2. bere acqua ricca di magnesio;
    3. limitare il consumo di grassi animali e acidi grassi saturi (carni, formaggi), preferire gli acidi grassi polinsaturi (oli vegetali, oli di pesce);
    4. ridurre i carboidrati raffinati (cereali zuccherati, pasta di farina bianca, pane bianco, dolciumi);
    5. ridurre al minimo il consumo di sale, evitando i cibi confezionati con sale aggiunto;
    6. privilegiare alimenti ricchi di fibre, di vitamine e di sali minerali assumendo ogni giorno 5 porzioni di verdura e frutta;
    7. mantenersi attive fisicamente mediante la pratica regolare di esercizi motori.

    Intervento della Prof. Rossella Nappi sul ruolo della nutraceutica e dello stile di vita per la prevenzione dei disturbi da menopausa

    Recenti osservazioni hanno evidenziato una minore incidenza di disturbi vasomotori in menopausa nelle donne orientali, la cui dieta giornaliera è tradizionalmente molto ricca di fitoestrogeni. Pertanto, estratti naturali come Trifoglio rosso, fonte naturale di fitoestrogeni, e Dioscorea Villosa, un vegetale con proprietà Progesterone e DHEA simili, possono accompagnare la donna nel delicato passaggio menopausale, sostenendola dal punto di vista dei disturbi tipici e proteggendola anche dai rischi metabolici e osteoarticolari 4-5.


    1 Peacock K et al., Menopause. 2023 Dec 21. In: StatPearls [Internet]. Treasure Island (FL): StatPearls Publishing; 2024 Jan.

    2 DeMayo FJ et al., Mechanisms of action of estrogen and progesterone. Ann N Y Acad Sci. 2002 Mar;955:48-59; discussion 86-8, 396-406.

    3 Hemachandra C et al., A systematic review and critical appraisal of menopause guidelines. BMJ Sex Reprod Health. 2024 Apr 11;50(2):122-138.

    4 Chen MN et al., Efficacy of phytoestrogens for menopausal symptoms: a meta-analysis and systematic review. Climacteric. 2015 Apr;18(2):260-9.

    5 Komesaroff PA et al., Effects of wild yam extract on menopausal symptoms, lipid and sex hormones in healthy menopausal women. Climacteric. 2001 Jun;4(2):144-50.

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    Orto Fermentato come caso di studio a PIMENTO Meets Industries


    Orto Fermentato come caso di studio a PIMENTO Meets Industries

    Flavio Sacco ha raccontato le sfide chiave affrontate dalle verdure fermentate LIFe sul mercato italiano

    Nel produrre e commercializzare le verdure della linea Orto Fermentato, LIFe (Laboratorio Italiano Fermentati) ha portato su scala industriale il processo naturale della fermentazione spontanea e ha introdotto i consumatori a una categoria di prodotti del tutto nuova per il mercato italiano. Merito di un approccio scientificamente solido e dell’esperienza maturata in sei anni di attività, come ha spiegato in un recente intervento Flavio Sacco, Fermentation and Functional Ingredients Research manager di Named Group e fondatore di LIFe.

    Orto Fermentato è stata al centro dello speech che Flavio Sacco ha tenuto a Bologna, il 29 ottobre 2024, nell’ambito della sessione PIMENTO (Promoting Innovation of ferMENTed fOods) Meets Industries dedicata alla presentazione di casi di studio nel campo dell’innovazione industriale.

    PIMENTO Meets Industries è una delle Azioni COST (European COoperation in Science and Technology) finanziate dall’Unione Europea. Aperte a tutti i campi della scienza e della tecnologia, le Azioni COST offrono un ambiente inclusivo e paneuropeo in cui ricercatori provenienti dal mondo accademico, PMI, istituzioni pubbliche e altre parti interessate possono confrontarsi, ampliare le proprie reti di ricerca e contribuire allo sviluppo di un determinato comparto. L’obiettivo di lungo termine di PIMENTO è porre l’Europa all’avanguardia dell’innovazione nell’ambito degli alimenti fermentati, promuovendo un’alimentazione salutare, la diversità regionale, la produzione locale su diverse scale e contribuendo allo sviluppo economico e sociale nonché alla sovranità alimentare.

    Il potenziale dei Fermented Foods per migliorare la salute umana e per guidare l’innovazione alimentare e la produzione locale nei prossimi decenni è diventato sempre più rilevante. Tre sono quindi le sfide per il futuro: federare la comunità scientifica e altri stakeholder chiave che lavorano sugli alimenti fermentati, al fine di affrontare i colli di bottiglia tecnici, sociali e legislativi che limitano o possono limitare in futuro l’innovazione nel campo degli alimenti fermentati; condividere e diffondere le conoscenze scientifiche sugli alimenti fermentati; stabilire una roadmap per una ricerca congiunta nel campo.

    Nell’affrontare il caso di Orto Fermentato, Flavio Sacco ha discusso in particolare due aspetti. Il primo è lo scale-up del processo produttivo che si basa sulla fermentazione spontanea, quindi senza l’uso di starter selezionati. Si è trattato di un risultato complesso da ottenere, considerata la necessità di garantire al consumatore uno standard accettabile senza rinunciare alla biodiversità microbica e alla relativa possibile variabilità fra lotti. L’esperienza maturata in LIFe ha permesso di arrivare a produzioni di scala industriale basate sulla fermentazione spontanea naturale conservando comunque intatta la filosofia originale dell’azienda.

    In secondo luogo, l’intervento di Flavio Sacco ha affrontato l’aspetto di regolamentazione e categorizzazione dei prodotti Orto Fermentato. Trattandosi di un prodotto del tutto nuovo per il mercato italiano, LIFe ha dovuto costruire un percorso culturale e divulgativo per i consumatori, che inizialmente faticavano a comprendere le caratteristiche dei prodotti, e per i negozianti, in difficoltà nel categorizzare e posizionare i prodotti nel punto vendita. Grazie a un lavoro che ormai va avanti da 6 anni, LIFe è riuscita a diffondere un’informazione corretta, contribuendo con il marchio Orto Fermentato a creare la categoria degli alimenti fermentati in Italia e il relativo mercato.

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    Esposoma: dai geni all’ambiente


    Esposoma: dai geni all’ambiente

    Esposoma: dai geni all’ambiente” questo il titolo del convegno promosso dal CNR che si svolgerà a Roma il 13 e 14 novembre cui parteciperà Andrea Castagnetti General Manager e co-founder di Wellmicro di Named Group. Il convegno è volto ad approfondire il ruolo dello studio dell’esposoma, inteso come il complesso dei fattori ambientali a cui è esposto un individuo nel corso della vita e che può incidere sulla sua salute. Nell’ambito dell’approccio One Health che riconosce l’interconnessione tra la salute umana, animale e quella dell’ambiente, l’analisi dell’esposoma esterno, ovvero l’insieme degli stimoli derivanti da fattori come inquinamento atmosferico, clima, stili di vita, si integra con lo studio dell’esposoma interno, ovvero le risposte biologiche ai fattori esterni, oggi rilevabili grazie alle tecniche molecolari e scienze “omiche”. Tra queste la microbiomica (la scienza che studia il microbioma) e il Next Generation Sequencing (NGS), innovativa tecnologia di sequenziamento del DNA, stanno rivoluzionando le conoscenze sull’importanza che le comunità microbiche hanno sullo stato di salute dell’ospite e dell’ambiente in una visione One Health.

    “L’analisi bioinformatica è una parte fondamentale delle analisi NGS del microbioma, che richiede strumenti sempre più raffinati che utilizzino database completi – afferma Andrea Castagnetti – in questa occasione presentiamo PROMETHEUS, un classificatore di sequenze metagenomiche innovativo basato su k-mer, che utilizza un database multi-regno altamente curato e contenente genomi di batteri, archaea, funghi, virus (a DNA) e protozoi e che permette un approccio innovativo alla metagenomica per una migliore caratterizzazione del microbioma”.

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    Named Group acquisisce Inco

    Named Group acquisisce INCO, azienda di Bologna specializzata in cosmetici e dispositivi medici.
    L’operazione porta a quattro le aziende del Gruppo in Emilia-Romagna, con inv estimenti per
    l’ammodernamento dello stabilimento. CEO Romitelli: strategico per l’espansione e l’innovazione.

    INCO, nuovo know how e nuovo sito produttivo per Named Group


    INCO, nuovo know how e nuovo sito produttivo per Named Group

    Un passo strategico per l’ampliamento nel settore cosmetico e medicale

    L’acquisizione di INCO, azienda italiana di Pianoro (BO) che da trent’anni produce cosmetici e dispositivi medici di Farma-Derma, segna il raggiungimento di un nuovo duplice obiettivo per il Gruppo.

    “L’acquisizione di INCO si inserisce strategicamente nel nostro piano di ampliamento e ci permette di arricchire le nostre competenze di ricerca e sviluppo, sia nell’ambito dei dispositivi medici, sia in quello dei cosmetici. Con questa operazione abbiamo a disposizione un secondo sito produttivo, su cui stiamo già investendo al fine di innovarlo e adeguarlo a supportare la produzione di tutto il Gruppo.”

    Alessio Romitelli,
    CEO di Named Group

    Lo stabilimento, che nel 2023 ha prodotto 4,5 milioni di pezzi – il 95% dei quali a marchio Farma-Derma – si caratterizza già per una particolare attenzione all’ambiente e alla sostenibilità, utilizzando energia rinnovabile. Infatti, grazie a un impianto fotovoltaico all’avanguardia si autoalimenta con energia pulita e anche le acque di lavaggio impiegate in ambito produttivo sono recuperate per ridurre al minimo gli sprechi e l’impatto sul territorio.

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    I 7 fondamenti della prevenzione per invecchiare in salute

    I 7 fondamenti della prevenzione per invecchiare in salute

    La scienza sta dimostrando che, mentre l’invecchiamento cronologico è inevitabile, quello biologico è malleabile: in parte, è possibile contrastarlo

    L’invecchiamento è influenzato da fattori biologici che dipendono da aspetti genetici, processi metabolici, processi cellulari e alterazioni del microbiota, profondamente interconnessi fra loro e con lo stato di salute generale. È complesso intervenire sugli aspetti genetici, ma si può agire sui fattori che conducono a deregolazione e alterazione degli equilibri corporei e sui processi che promuovono l’invecchiamento.

    Ne abbiamo parlato con il Prof. Ennio Tasciotti Scienziato, esperto di biotecnologie mediche per la longevità umana. Direttore del Laboratorio di Human Longevity Program dell’IRCCS San Raffaele di Roma, che ha risposto ad alcune domande.

    Qual è la differenza tra invecchiamento cronologico e decadimento fisico?

    Esiste una profonda differenza tra l’età anagrafica e il decadimento fisico: mentre l’invecchiamento cronologico è inevitabile, quello biologico può essere rallentato. Fattori come l’alimentazione, l’esercizio fisico e una vita sociale attiva sono fondamentali per migliorare la capacità del nostro organismo di affrontare l’avanzare degli anni. 

    La prevenzione è fondamentale per migliorare la qualità della vita in età avanzata, poiché affronta precocemente le cause alla base del decadimento fisico, mentre le cure offrono solo soluzioni temporanee e spesso trattano esclusivamente i sintomi e non le loro cause scatenanti. In accordo con questo principio, Named Group sostiene il progetto Wellongevity, che promuove un percorso di invecchiamento in salute basato su uno stile di vita sano: alimentazione bilanciata, attività fisica e mentale adeguata, sonno regolare e riduzione dello stress.

    La nutraceutica può avere un ruolo in ambito preventivo? 

    L’integrazione nutraceutica sta acquisendo crescente rilevanza nella prevenzione, in quanto si affianca a un’alimentazione varia e a un corretto stile di vita e cerca di compensare le carenze nutrizionali derivanti da stress, cattive abitudini alimentari e stili di vita frenetici. I nutraceutici, come vitamine, minerali, antiossidanti, probiotici e altri composti bioattivi, aiutano a sostenere l’organismo durante il processo di invecchiamento, dal decadimento cognitivo e proteggendolo dallo stress ossidativo, migliorando la qualità della vita. 

    Molti studi scientifici hanno confermato il loro potenziale nella gestione dei fattori di rischio cardiometabolici, come la prevenzione dei fattori di rischio delle dislipidemie per ridurre eventi cardiovascolari maggiori; nel mantenimento dell’equilibrio del microbiota intestinale, fondamentale per la fisiologica funzionalità dell’organismo; e nel supporto alla salute durante le diverse fasi della vita riproduttiva femminile, come il menarca e la menopausa. 

    Inoltre, i nutraceutici sono studiati per il loro ruolo nel contrasto alla fragilità dell’anziano, agendo in anticipo rispetto all’insorgenza di problematiche comunemente legate all’età avanzata. Questi interventi contribuiscono a promuovere un invecchiamento sano e attivo, prevenendo i fattori di rischio di malattie croniche e migliorando la qualità della vita a lungo termine.

    L’attenzione per un invecchiamento sano oltre ad avere l’obiettivo di migliorare la qualità di vita a livello individuale ha anche una prospettiva sociale?

    L’Italia, con oltre il 30% della popolazione sopra i 65 anni, si colloca tra i paesi più longevi al mondo. Attualmente, ci sono circa 7 milioni di over 75 in Italia, e più di 3 milioni di loro affrontano difficoltà motorie, comorbilità o riduzione dell’autonomia. Inoltre, 1 milione di questi anziani vive senza aiuti familiari diretti, 100.000 si trovano in condizioni di povertà e 400.000 sono a rischio elevato di istituzionalizzazione. 

    Alla luce di queste considerazioni è facile intuire che l’impatto dell’invecchiamento sulla sostenibilità del Sistema Sanitario sarà molto significativo. L’aumento del numero di anziani comporta un incremento significativo dei costi assistenziali perché la spesa per le cure a lungo termine e per la gestione delle malattie croniche cresce proporzionalmente con l’aumentare della popolazione anziana. Il sistema sanitario che è già sotto pressione a causa della crescente domanda di servizi non riuscirà a garantire assistenza sanitaria a tutti senza un significativo incremento delle risorse finanziarie e umane.

    Ci descrive il processo dell’invecchiamento?

    L’invecchiamento coinvolge tutti i distretti corporei a ogni livello, da quello molecolare, al cellulare, tissutale, di organo, di sistema corpo e anche di metasistema, vale a dire di interazione del corpo con gli altri organismi che vivono insieme a noi, come il microbioma. L’invecchiamento è un processo complesso influenzato da fattori biologici interconnessi, tra cui genetica, metabolismo, processi cellulari e alterazioni del microbiota.

    Sebbene sia arduo intervenire direttamente sulla genetica, possiamo agire sui fattori esterni che causano la deregolazione e alterazione degli equilibri corporei e sui processi interni che accelerano l’invecchiamento. Considerare l’essere umano come un sistema integrato di più parti che si influenzano a vicenda, non solo offre una visione più completa della salute, ma ci guida verso la ricerca di rimedi e lo sviluppo di terapie più efficaci. Solo esplorando e comprendendo questa complessità possiamo sperare di trovare soluzioni innovative per migliorare la qualità della vita e affrontare l’invecchiamento con maggiore efficacia.

    Cosa si intende per inflammaging?

    Nella complessità di interazioni che esistono all’interno del nostro corpo, l’efficienza metabolica e la produzione di energia insieme a uno stato di controllo dell’infiammazione sono gli aspetti sui quali è importante porre attenzione ai fini di un invecchiamento in salute. Una causa significativa di invecchiamento in cattiva salute è l’infiammazione cronica di basso grado, o inflammaging

    Questa condizione rappresenta un fattore chiave nello sviluppo delle malattie legate all’età, poiché contribuisce a un deterioramento generale dei tessuti e a una compromissione delle funzioni corporee. Gestire questo stato infiammatorio generalizzato è quindi cruciale per promuovere un invecchiamento sano e prevenire malattie croniche.

    Qual è la chiave per un invecchiamento in salute?

    La chiave per un invecchiamento migliore e attivo è la “prevenzione”, che deve essere applicata in ogni fase della vita attraverso controlli regolari, stili di vita sani e, ove necessario, supporto nutraceutico. Con gli esperti del board scientifico di Wellongevity abbiamo identificato sette fondamenti per invecchiare in salute:

    Mantenere in equilibrio il microbiota intestinale: Un microbiota sano supporta il sistema immunitario, la funzionalità cognitiva, e l’assorbimento dei principi nutritivi. 

    Evitare e ridurre precocemente i fattori di rischio di malattie cardiovascolari: La gestione dei fattori di rischio è essenziale per mantenere la salute del cuore e dei vasi sanguigni.

    Gestire al meglio il dolore cronicoAffrontare il dolore cronico con approcci appropriati può migliorare significativamente la qualità della vita e il benessere generale.

    Ridurre il grasso viscerale e combattere l’obesitàControllare il grasso addominale e mantenere un peso sano sono cruciali fattori fondamentali per prevenire le malattie metaboliche e migliorare la salute.

    Gestire attentamente le fasi della vita riproduttiva e la menopausaSupportare il corpo durante questi cambiamenti ormonali è fondamentale per la salute a lungo termine.

    Rompere il binomio invecchiamento-disabilitàPromuovere l’attività fisica e mantenere l’autonomia aiuta a prevenire la disabilità associata all’invecchiamento.

    Promuovere una nutrizione che riduca la fragilitàUna dieta equilibrata e mirata può rinforzare il corpo e ridurre il rischio di fragilità e malattie associate all’età.

    In conclusione, come si deve affrontare la sfida della longevità in salute? 

    La sfida della longevità in salute si gioca principalmente nel campo della prevenzione e nella messa in pratica di stili di vita corretti e virtuosi. Passare dalla teoria all’applicazione richiede uno sforzo significativo per informare e sensibilizzare la popolazione sull’importanza dell’approccio preventivo. La comunità scientifica è pronta ad accogliere questa sfida, grazie a solide conoscenze e alla dimostrazione clinica dei benefici degli interventi preventivi e correttivi. L’uso appropriato e personalizzato della nutraceutica, insieme a strategie proattive ben implementate e controlli regolari, sono fondamentali per ottimizzare la salute e migliorare la qualità della vita. Integrando efficacemente questi elementi, possiamo non solo aspirare a una longevità sana, ma anche contribuire attivamente al nostro stato di salute, adottando una medicina partecipativa che ci coinvolga direttamente nella gestione del nostro benessere.

    Guarda l’intervista del Prof. Ennio Tasciotti:

    Human Longevity Program: come rallentare e invertire l’invecchiamento?

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    Combattere l’obesità per un invecchiamento in salute

    Combattere l’obesità per un invecchiamento in salute

    Il grasso viscerale induce uno stato pro-infiammatorio che accelera il declino fisico. Come intervenire?

    Secondo la definizione dell’Organizzazione Mondiale della Sanità, l’obesità è una condizione caratterizzata da eccessivo peso corporeo per accumulo di tessuto adiposo, in misura tale da influire negativamente sullo stato di salute.

    L’obesità è considerata come la nuova epidemia globale: sovrappeso e obesità sono ormai considerati un grave problema su scala mondiale. Mangiamo sempre più cibo spazzatura e facciamo meno movimento. In particolare, gli studiosi ammoniscono sui pericoli di un’alimentazione che privilegia zuccheri raffinati e farinacei, ricca di “calorie vuote”, povera di fibre, vitamine e minerali, che influisce negativamente sullo stato di salute ed è responsabile di sovrappeso, obesità, diabete e invecchiamento precoce.

    Il BMI (Body Mass Index) o Indice di Massa Corporea è la formula più semplice e universale attualmente utilizzata per stabilire il peso forma, il grado di magrezza o di sovrappeso. Esprime il rapporto del peso corporeo rispetto alla statura al quadrato. Il valore di BMI raccomandato dall’Organizzazione Mondiale della Sanità come peso ideale è compreso tra 20 e 25 per tutti gli adulti di entrambi i sessi. Valori di BMI inferiori a 20 indicano un’insufficienza di peso, mentre valori superiori a 25 indicano una condizione di sovrappeso o di obesità. Nella definizione di peso forma va tuttavia considerata la variabilità individuale relativa all’età, alla costituzione, al sesso, alle differenze genetiche e ambientali.

    Le due forme di obesità¹

    Nel 1947 il medico francese Jean Vague introdusse la distinzione tra obesità centrale, successivamente definita anche obesità viscerale, addominale, androide o “a mela”, e obesità periferica, detta anche sottocutanea, ginoide, “a pera” o “ad anfora”.

    L’obesità periferica, comunemente detta “a pera”, è più frequente nella donna e si distribuisce nella metà inferiore del corpo a livello delle cosce. Presenta una localizzazione prevalente del tessuto adiposo nel sottocute, comporta frequentemente disturbi circolatori (quali edema venoso e linfatico, insufficienza venosa) e dolori reumatici da processo artrosico localizzato agli arti inferiori, ma un rischio nettamente inferiore di malattie cardiovascolari rispetto all’obesità centrale.

    L’obesità centrale, più comunemente detta “a mela”, prevale nell’uomo e si localizza principalmente a livello addominale. Rappresenta una condizione di rischio che predispone agli incidenti cardiovascolari e all’ictus cerebrale. La pericolosità deriva dalla localizzazione dell’adipe a livello viscerale profondo, responsabile dell’accumulo di sostanze (citochine infiammatorie, adipochine, miochine) che alimentano una condizione perenne di infiammazione (Low Grade Systemic Inflammation).

    Risale al 2000, da parte di un’équipe di ricercatori del Dipartimento di Medicina Specialistica, Diagnostica e Sperimentale dell’Università di Bologna guidata dal professor Claudio Franceschi, il conio del termine Inflamm-aging per indicare uno stato pro-infiammatorio di basso grado che accentua il processo di invecchiamento.

    Il grasso viscerale

    Alla base di tutte le malattie croniche responsabili di un cattivo invecchiamento c’è il grasso viscerale, un vero e proprio tessuto adiposo disfunzionale che si accumula non solo tra i visceri dell’addome, ma anche in organi e tessuti come fegato, cuore, muscoli e pancreas.

    Il tessuto adiposo viscerale esercita un ruolo chiave nell’induzione e mantenimento dello stato infiammatorio cronico di basso grado, responsabile dell’accumulo di sostanze (citochine infiammatorie, adipochine, miochine) che alimentano una condizione perenne di infiammazione (Low Grade Systemic Inflammation).

    Come combattere l’obesità per un invecchiamento in salute 

    Le raccomandazioni per un invecchiamento in salute, individuate da istituzioni scientifiche come il National Institute of Aging (NIA), possono essere così riassunte: muoversi, mangiare sano, andare regolarmente dal medico, avere relazioni familiari e sociali.

    Un ruolo fondamentale è svolto dall’alimentazione; la tipologia, la quantità e le modalità di ciò che mangiamo rappresentano un elemento essenziale per il benessere durante l’invecchiamento.

    L’alimentazione chetogenica

    Un progetto alimentare che miri a mantenere uno stato di salute durante l’invecchiamento non può prescindere da un intenso contrasto all’obesità. Di recente sono state proposte modalità alternative di diete anti-aging che forniscono spunti per potenziali applicazioni cliniche. La restrizione calorica, la restrizione proteica, l’alimentazione chetogenica, il digiuno intermittente e l’alimentazione limitata nel tempo appaiono tutte strategie plausibili in funzione della longevità, basate su evidenze scientifiche.²

    I programmi di tipo chetogenico sono regimi alimentari che hanno in comune un apporto quotidiano di carboidrati molto ridotto, inferiore a 50g.

    Di particolare interesse per mantenere l’equilibrio del peso corporeo e favorire un invecchiamento in salute è la Dieta Chetogenica VLCKD (Very Low Caloric Ketogenic Diet, “Dieta chetogenica a contenuto calorico molto ridotto”), introdotta negli anni Settanta del secolo scorso negli Stati Uniti dal Prof. Blackburn di Harvard e costituita quasi interamente da proteine.

    È indicata sia per le condizioni di sovrappeso e di obesità, sia per le forme di adiposità localizzata. La carenza di glucosio induce l’organismo a utilizzare come base energetica i grassi provenienti dall’alimentazione e quelli di deposito, mediante un processo di ossidazione che comporta la produzione di corpi chetonici. Tra questi, il più importante è l’acido beta-idrossibutirrico che, oltre a fornire energia, interviene nei processi difensivi.³

    La limitazione del consumo calorico e degli zuccheri favorisce la durata massima della vita. Da un punto di vista interpretativo si ritiene che i vantaggi ottenuti dalla restrizione calorica e di zuccheri siano la conseguenza dell’aumentata capacità dell’organismo di ridurre l’impatto dei radicali liberi, aumentare i livelli di certe proteine coinvolte nella reazione allo stress, ottimizzare il metabolismo degli zuccheri e rallentare il declino dei meccanismi di difesa.⁴


    ¹ Fonte: Chassaing B, Gewirtz AT, Gut microbiota, low-grade inflammation and metabolic syndrome. Toxicol Pathol. 2014 Jan;42(1):49-53.
    ² Si ricorda che i piani alimentari devono essere preventivamente valutati da uno specialista della salute.
    ³ Fonte: Most J et al, Calorie restriction in humans: An update. Ageing Res Rev. 2017 Oct;39:36-45.
    ⁴ Fonte: Bruci A et al, Very Low-Calorie Ketogenic Diet: A safe and effective tool for weight loss in patients with obesity and mild kidney failure. Nutrients. 2020 Jan 27;12”):333.

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    Sono contenuti nel Manifesto per una longevità sana realizzato nell’ambito del progetto Wellongevity.

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    Promuovere una nutrizione che riduca la fragilità per un invecchiamento in salute

    Promuovere una nutrizione che riduca la fragilità per un invecchiamento in salute

    Prevenzione delle vulnerabilità negli anziani attraverso stile di vita e integrazione nutraceutica

    La fisiologia dell’essere umano dimostra come già dopo i trent’anni lentamente inizi un calo nella capacità funzionale della maggior parte degli organi e apparati del corpo.

    A ridursi sono la forza del cuore, la ventilazione polmonare massimale, la resistenza allo sforzo, l’estrazione di ossigeno da parte dei tessuti, il volume del fegato, la capacità di filtrazione renale, l’efficienza del metabolismo, la massa muscolare, la solidità delle ossa, l’abilità di fronteggiare condizioni stressanti, la possibilità di controllare eventuali deviazioni dell’equilibrio omeostatico e tentativi di proliferazione anarchica tumorale, le difese immunitarie nei confronti delle aggressioni esterne.

    La fragilità

    La fragilità (Frailty syndrome) è una sindrome geriatrica molto comune che comporta un declino delle funzioni e della salute nei soggetti anziani. Si manifesta con perdita del tono e del trofismo muscolare e osseo, debolezza, calo di energia, rallentamento, ridotta attività, turbe dell’umore e, talvolta, ingiustificata perdita di peso.

    L’essenza della fragilità dell’anziano consiste nel declino delle riserve fisiologiche e della resilienza. La sindrome comporta un rischio più elevato di eventi avversi: cadute, fratture, ricovero ospedaliero, complicanze post-chirurgiche, disabilità e mortalità.

    “L’invecchiamento è un processo che trasforma adulti forti e in buona salute in adulti più fragili, caratterizzato da un rischio progressivamente maggiore di malattie, lesioni e morte”.
    Prof. Richard A. Miller, University of Michigan

    La fragilità si caratterizza per l’aumentata vulnerabilità nei confronti dei diversi tipi di stress (variazioni di temperatura, traumi, infezioni, cambiamento di terapia farmacologica). Le principali componenti della fragilità dell’anziano comprendono: sarcopenia, osteoporosi, debolezza muscolare, complicanze chirurgiche, complicanze infettive.

    Come combattere la fragilità per un invecchiamento in salute 

    Le malattie associate all’invecchiamento dipendono dal codice genetico solo per un terzo, mentre per i due terzi discendono dal nostro comportamento

    Per mantenersi in forma e prevenire la fragilità conseguente all’invecchiamento vanno adottate alcune semplici misure generali:

    • prendersi cura di sé stessi; 
    • mangiare cibi ricchi di energia vitale, freschi, di stagione, possibilmente biologici; 
    • evitare gli eccessi (zuccheri raffinati, grassi e proteine animali)
    • assumere un adeguato apporto alimentare proteico
    • consumare fibre (5 porzioni di verdura e frutta); 
    • bere molta acqua
    • limitare il sale
    • praticare il giusto esercizio fisico con mobilizzazione articolare regolare; 
    • preservare una mente chiara
    • mantenere emozioni positive
    • mantenere il giusto peso
    • alternare lavoro e riposo, veglia e sonno;
    • tenere tutto sotto controllo ed eseguire controlli periodici.


    ¹ Fonte: Chen X et al, Frailty syndrome: an overview. Clin. Interv. Aging. 2014 Mar 19;9:433-41.

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    Rompere il binomio invecchiamento-disabilità

    Rompere il binomio invecchiamento-disabilità

    Diminuire i fattori di rischio della sarcopenia per una longevità in salute

    Con il passare degli anni si riduce progressivamente l’abilità nell’esecuzione delle attività quotidiane, con la possibilità di compromettere l’autonomia personale. Una delle condizioni più comuni di disabilità è quella motoria.

    In particolare, la perdita di massa muscolare, definita “sarcopenia”, si manifesta fisiologicamente con il passare degli anni e può innescare un pericoloso circolo vizioso che comporta l’accentuarsi progressivo del decadimento delle condizioni generali. L’adozione di alcune semplici misure può prevenire e contrastare le manifestazioni della sarcopenia.

    Sarcopenia, perdita di massa magra 

    Il termine “sarcopenia” deriva dai termini greci antichi sarx (carne) e penìa (povertà); indica la perdita di massa muscolare che si manifesta con l’invecchiamento e che comporta la progressiva riduzione della forza muscolare.

    La perdita fisiologica di massa magra è stimata dell’ordine di circa 3-8% ogni decade, dopo i 30 anni di età. La perdita di massa muscolare nel sarcopenico viene distinta in fisiologica e patologica. L’allettamento comporta una rapida perdita della massa e della forza muscolare nell’anziano.

    Cause e conseguenze della sarcopenia

    I principali fattori che favoriscono la comparsa della sarcopenia comprendono: 

    • inattività fisica
    • immobilizzazione
    • allettamento prolungato
    • traumi
    • malattie acute e croniche
    • ridotto consumo alimentare di proteine 
    • malnutrizione
    • senescenza
    • andropausa o menopausa

    La sarcopenia comporta la perdita di massa muscolare con la sensazione di maggior sforzo e conseguente riduzione dell’attività motoria che provoca un’ulteriore perdita di massa muscolare e senso di affaticamento. Si crea in tal modo un circolo vizioso che aggrava progressivamente la sarcopenia.

    Le conseguenze della sarcopenia comprendono:

    • la perdita di massa muscolare con aumento relativo di massa grassa
    • una ridotta forza muscolare
    • un aumentato rischio di cadute 
    • ridotta autonomia 
    • perdita di peso
    • stato di malnutrizione e predisposizione ai processi infettivi

    Per comprendere le conseguenze che possono derivare dalla perdita di massa magra vanno prese in considerazione alcune funzioni svolte dalle proteine nell’organismo: strutturali (proteine che conferiscono tonicità o elasticità ai tessuti); enzimatiche (enzimi che accelerano le reazioni chimiche negli organismi); cinetiche o di movimento (actina e miosina, responsabili della contrazione muscolare); protezione (anticorpi che distruggono i microrganismi patogeni); di riserva (ferritina, una proteina in grado di trattenere ioni ferrosi nel fegato, nella milza e nel midollo osseo, per rilasciarli quando l’organismo ne ha l’esigenza); ormonali (insulina, glucagone, adrenalina, dopamina, serotonina, paratormone e molti altri ormoni); geniche (proteine che controllano i processi di trascrizione e traduzione).

    Come combattere la sarcopenia per un invecchiamento in salute

    Secondo gli studiosi la prevenzione e la correzione della sarcopenia richiede l’approccio integrato di diverse misure:

    • mobilizzazione 
    • esercizi fisici aerobici e anaerobici 
    • apporto proteico adeguato
    • uso di anabolizzanti, vitamina D integrazione con aminoacidi essenziali

    Le persone anziane hanno un rischio più elevato di un apporto inadeguato di proteine. Gli aminoacidi essenziali costituiscono lo stimolo primario per la sintesi proteica.

    L’integrazione proteica addizionale va somministrata tra i pasti. La quantità raccomandata di proteine a livello nutrizionale è di 0,8 g/Kg al giorno (RDA). Nella persona anziana il consumo quotidiano di proteine dovrebbe essere compreso tra 1.0 e 1.5 g/Kg.

    L’apporto di 25-30 g di proteine a colazione, pranzo e cena assicura una quantità adeguata di proteine per stimolare l’anabolismo proteico muscolare, ritardare la comparsa o la progressione della sarcopenia, riducendo l’entità delle sue conseguenze funzionali. 

    La supplementazione nutrizionale

    La miscela di aminoacidi essenziali nel giusto rapporto, secondo le indicazioni della World Health Organization (WHO)¹, costituisce una sorgente di proteine di massimo valore biologico che sostiene la massa magra e la funzionalità muscolare, senza produrre scorie azotate.

    La supplementazione è consigliata nei periodi di allettamento prolungato e per contrastare la perdita di massa magra. È ragionevole considerare che l’integrazione con aminoacidi essenziali nei soggetti sarcopenici aumenti e ottimizzi gli effetti di agenti anabolizzanti.

    Ne abbiamo parlato con il Prof. Angelo Bianchetti:


    ¹ Fonte: Dent E et al, International Clinical Practice Guidelines for Sarcopenia (ICFSR): Screening, diagnosis and management. J Nutr Health Aging. 2018;22(10):1148-1161.

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    Gestire attentamente la menopausa per un invecchiamento in salute

    Gestire attentamente la menopausa per un invecchiamento in salute

    Vivere al meglio il cambiamento ormonale

    La menopausa è la fase di transizione dalla condizione di fertilità a quella di infertilità. Il termine menopausa deriva dai termini greci antichi menos (mese, mestruo) e pausis (cessazione).

    Può accompagnarsi, ma non necessariamente, a manifestazioni cliniche, nel qual caso si parla di sindrome climaterica. La parola “climaterio”, molto usata in passato, indica a propria volta la menopausa e deriva anch’essa dal greco: klimater (scala, gradino) indica la fase di passaggio dalla vita feconda alla cessazione della facoltà di riproduzione. 

    La menopausa comporta una serie di modificazioni fisiologiche inevitabili nel corpo della donna. Per questo sia nella fase che precede la menopausa come nel periodo successivo possono comparire disturbi di diversa natura e localizzazione.

    Tra i disturbi precoci che si manifestano nella pre-menopausa tendono a prevalere quelli di tipo neurovegetativo, come le vampate di calore, la sudorazione notturna, l’alterazione del battito cardiaco e le alterazioni dell’umore.

    Tra i disturbi più tardivi derivanti da una condizione di prolungata riduzione degli estrogeni e del progesterone vanno annoverati le tensioni articolari, la fragilità ossea, l’alterazione della pressione arteriosa, l’aumento del rischio di malattie cardiovascolari, l’incontinenza urinaria, la facile esauribilità e il calo energetico.

    Come affrontare la menopausa

    Alcuni consigli¹ sono preziosi per prevenire i disturbi collegati al periodo della menopausa e al processo di invecchiamento biologico:

    • consumare cereali integrali, fagioli, soia (particolarmente ricca di fitoestrogeni), banane, pesci, crostacei, frutti di mare
    • bere acqua ricca di magnesio
    • limitare il consumo di grassi animali e acidi grassi saturi (carni, formaggi), preferire gli acidi grassi polinsaturi (oli vegetali, oli di pesce); 
    • privilegiare alimenti ricchi di fibre, di vitamine e di sali minerali assumendo ogni giorno 5 porzioni di verdura e frutta contrassegnate dai colori rosso, giallo e verde;
    • mantenere un’attività fisica regolare.

    ¹ Fonte: Li Y et al, Effect of multidisciplinary health education based on lifestyle medicine on menopausal syndrome and lifestyle behaviors of menopausal women: A clinical controlled study. Front Public Health. 2023 Mar 16;11:1119352.


    Ne abbiamo parlato con la Prof. Rossella Nappi:

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    Gestire al meglio il dolore cronico per un invecchiamento sano e in movimento

    Gestire al meglio il dolore cronico per un invecchiamento sano e in movimento

    Benessere articolare per una longevità in salute

    Oggi è generalmente accettata la definizione proposta dall’Associazione Internazionale per lo Studio del Dolore (IASP) secondo cui “il dolore è un’esperienza sensoriale ed emozionale spiacevole, legata a una lesione tessutale potenziale o reale”.

    Tale definizione pone l’accento sul doppio aspetto percettivo e affettivo dell’esperienza dolorosa, che è legata da un rapporto profondo e biunivoco all’invecchiamento: prevenire e controllare il dolore significa aggiungere qualità al processo di invecchiamento.

    Già i latini individuavano il dolor come uno dei segni fondamentali dell’infiammazione (rubor, tumor, calor, dolor e functio laesa), e proprio l’infiammazione è uno dei fenomeni che caratterizzano l’avanzare dell’età.

    Il dolore artrosico

    La causa più frequente di dolore cronico, soprattutto nell’anziano, è l’artrosi, che consiste in un processo di progressivo logoramento che coinvolge la cartilagine articolare, con successivo interessamento di ossa (osteofiti), sinovia (infiammazione) e capsula articolare (edema).

    In condizioni di normalità, la cartilagine è formata da una matrice connettivale (collagene e proteoglicani) e dai condrociti. Essa contiene fino all’85% di acqua in età giovanile e circa il 70% nell’anziano. Con il passare degli anni si riduce, pertanto, la sua funzione di “cuscinetto idraulico”.

    Nelle fasi iniziali dell’artrosi, la cartilagine perde proteoglicani e quindi acqua; successivamente si impoverisce di collagene, perdendo elasticità. Il ripetersi dell’infiammazione articolare, anche se non è la causa scatenante del processo artrosico ma la conseguenza, riveste un ruolo importante nel far progredire la malattia e renderla cronica.

    Come controllare il dolore cronico

    Per prevenire la rigidità dolorosa del sistema osteoarticolare si consigliano alcune misure generali:

    • mantenere il peso forma
    • praticare attività motoria con regolarità e costanza; 
    • seguire un’alimentazione sana
    • bere molta acqua
    • mantenere una postura corretta; 
    • assicurare un adeguato apporto di sostanze antiossidanti (beta-carotene, vitamine C ed E, selenio) privilegiando frutta e verdura di stagione;
    • limitare il consumo di grassi animali (carni grasse, formaggi).

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    Sono contenuti nel Manifesto per una longevità sana realizzato nell’ambito del progetto Wellongevity.

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    Evitare e ridurre i fattori di rischio di malattie cardio-metaboliche per un invecchiamento in salute

    Evitare e ridurre i fattori di rischio di malattie cardio-metaboliche per un invecchiamento in salute

    Strategie di prevenzione per contrastare il “colesterolo cattivo”

    La diffusione delle malattie cardiovascolari e della sindrome metabolica ha raggiunto picchi preoccupanti ed è la conseguenza del cambiamento rapido e profondo dello stile di vita nei Paesi industrializzati, rispetto alle abitudini ancestrali acquisite lentamente nel corso dell’evoluzione dell’essere umano.

    L’adozione di uno stile di vita che preservi l’integrità cardiaca e vascolare rappresenta un fattore protettivo fondamentale. Alcuni integratori alimentari possono contribuire a controllare i fattori di rischio.

    Cuore, sole del microcosmo1

    Dal primo battito di ciglia, fino all’ultimo respiro, il cuore non cessa di battere per un momento, assicurando la vita con il suo lavoro incessante. Il ruolo fondamentale di pompa svolto dal cuore, che immette il sangue nelle arterie consentendo la perfusione di tutti gli organi, viene compreso completamente dal medico inglese William Harvey (1578-1657), che per primo descrive il funzionamento del cuore paragonandolo al sole che assicura calore, luce e vita alla Terra.

    La consapevolezza dell’importanza vitale del cuore è confermata nella nostra epoca dalla vulnerabilità di tale organo, vittima del nostro stile di vita, tanto che i dati relativi alla causa di morte nei Paesi occidentali vedono al primo posto proprio le affezioni cardiovascolari.

    Malattie cardiovascolari e sindrome metabolica

    Le malattie cardiovascolari rappresentano la prima causa di morte nei Paesi occidentali e in Italia sono responsabili del 44% di tutti i decessi. Il 23,5% dell’intera spesa farmaceutica italiana è destinato alla prevenzione, cura e riabilitazione delle affezioni cardiovascolari. Le forme cliniche più frequenti comprendono infarto del miocardio e ictus cerebrale.2

    La sindrome metabolica è una condizione clinica descritta nel 1988 da G.M. Reaven e chiamata inizialmente “sindrome X”. Oggi, la sindrome metabolica viene diagnosticata in presenza di almeno tre dei seguenti fattori di rischio:

    • obesità addominale,
    • ipertrigliceridemia,
    • bassi livelli di colesterolo HDL, 
    • ipertensione arteriosa, 
    • iperglicemia. 

    Gli epidemiologi stimano che il 25% della popolazione adulta degli USA e il 15% degli europei rispondano ai criteri diagnostici della sindrome metabolica, con un aumento progressivo della frequenza sia nell’età adulta che in quella senile. Il fenomeno va assumendo sempre più le dimensioni di una vera e propria pandemia non infettiva.3

    Il “colesterolo cattivo” come fattore di rischio4

    Il colesterolo è un componente del sangue di importanza vitale, dotato di molteplici funzioni. È elemento costitutivo della membrana di tutte le cellule e del rivestimento di mielina che ricopre i nervi. È indispensabile per la formazione dei sali biliari, della vitamina D e di molti ormoni.

    Già alla fine degli anni Settanta si era giunti alla conclusione che un’elevata concentrazione di colesterolo nel sangue fosse uno dei principali fattori di rischio per le affezioni cardiovascolari. Negli anni successivi tale rischio è stato differenziato in base al rapporto tra le frazioni del colesterolo “buono” legato alle proteine HDL (High Density Lipoproteins) e del colesterolo “cattivo” trasportato dalle proteine LDL (Low Density Lipoproteins). Alti livelli di HDL manifestano, infatti, un ruolo protettivo nei confronti di cuore e vasi, mentre valori elevati di LDL comportano un rischio diretto di malattie cardiovascolari.

    Secondo la Società Europea dell’Arteriosclerosi, i valori medi ottimali di colesterolo nel sangue devono essere inferiori a 200 mg/100 mL per l’adulto e inferiori a 160 mg/100 mL per i bambini.

    Come prevenire i fattori di rischio per lo sviluppo delle malattie cardiovascolari e della sindrome metabolica5

    La strategia più importante di prevenzione dei fattori di rischio delle malattie cardiovascolari e della sindrome metabolica si basa sullo stile di vita e su un’alimentazione corretta e comprende:

    • controllare periodicamente peso, glicemia e assetto lipidico nel sangue; 
    • evitare l’eccesso di peso;
    • ridurre il consumo di zuccheri o carboidrati semplici (pane bianco, farinacei, prodotti da forno, dolci);
    • aumentare il consumo di zuccheri o carboidrati complessi (cereali integrali, verdura, frutta);
    • consumare alimenti ricchi di acidi grassi polinsaturi (olio d’oliva, pesce);
    • limitare il consumo di alimenti di origine animale, che contengono molti grassi saturi; 
    • seguire una dieta ricca di fibre vegetali (verdura e frutta), che riducono l’assorbimento intestinale del colesterolo;
    • non fumare;
    • evitare le condizioni di stress;
    • aumentare il consumo di alimenti ricchi di antiossidanti;
    • praticare regolarmente e con costanza attività motoria;
    • controllare i valori della pressione arteriosa;
    • mantenere una buona qualità del sonno.

    1 Fonte: Gaidai O et al, Global cardiovascular diseases death rate prediction. Curr Probl Cardiol. 2023 May;48(5):101622.
    2 Fonte: Woodruff RC et al, Trends in cardiovascular disease mortality rates and excess deaths, 2010-2020. Am J Prev Med. 2024 Apr;66(4):582-589.
    3 Fonte: Lemieux I, Despres J-P, Metabolic syndrome: past, present and future. Nutrients. 2020 Nov 14;12(11):3501.
    4 Fonte: Linee guida ESC/EAS 2019 per la gestione delle dislipidemie. European Heart Journal. 2019.
    5 Fonte: Pérez-Martinez P et al, Lifestyle recommendations for the prevention and management of metabolic syndrome: an international panel recommendation. Nutr Rev. 2017 May 1;75(5):307-326.


    Ne abbiamo parlato con il Prof. Arrigo Francesco Giuseppe Cicero:

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    Mantenere in equilibrio il microbiota intestinale per un invecchiamento in salute

    Mantenere in equilibrio il microbiota intestinale

    La longevità dell’organismo passa dall’intestino

    Esiste un organo del corpo umano che è stato riconosciuto come tale solo di recente e che però ricopre un’importanza vitale: il microbiota intestinale. Formato da miliardi di batteri, pesa circa un chilogrammo e vive in continua trasformazione. Dal suo equilibrio dipende in larga misura la nostra salute. Il termine “microbiota” ha sostituito la definizione usata in passato di “microflora intestinale”.

    Microbiota, chiave di salute

    Il microbiota assicura numerose funzioni vitali: protegge l’intestino dagli agenti esterni, interviene nel processo di digestione degli alimenti, regola l’equilibrio della funzione intestinale, produce vitamine essenziali per la salute, favorisce l’eliminazione di scorie e sostanze potenzialmente nocive, mantiene attive le difese, influenza il cervello e la psiche aumentando la resistenza allo stress. Contributi determinanti per la salute dell’intero organismo, e non solo dell’intestino.

    Un microbiota bilanciato, “in eubiosi”, comprende la giusta proporzione, tipologia e varietà di microrganismi, ed è un fattore chiave dell’invecchiamento sano e della longevità. La diversità del microbiota, in particolare, è indice di un microbiota sano, e tende a diminuire con l’avanzare dell’età: in assenza di interventi, si riscontra un aumento dei patogeni e una riduzione dei microrganismi associati alla salute. Questa diversa composizione del microbiota è associata a uno stato pro-infiammatorio che contribuisce a compromettere le normali funzioni dell’organismo nell’invecchiamento.

    La disbiosi

    Il termine utilizzato per indicare l’alterazione del microbiota è “disbiosi”: si manifesta con disfunzioni gastrointestinali (alitosi, meteorismo, tensione addominale, stipsi o diarrea) e generali (stanchezza, ipereccitabilità, tensione muscolare, difficoltà di concentrazione).

    Ogni alterazione del microbiota dovuta al prevalere di alcuni batteri su altri provoca la comparsa di disturbi tipici.

    Numerose cause diverse possono provocare un’alterazione della flora intestinale:

    • l’uso di antibiotici;
    • le abitudini alimentari inappropriate;
    • il passare degli anni, come detto sopra, perché anche il microbiota invecchia;
    • condizioni di stress intenso e persistente.

    Un microbiota in disbiosi può intaccare l’impermeabilità della mucosa intestinale nei confronti delle sostanze estranee, che così possono filtrare nel sangue e nella linfa ed essere distribuite nell’organismo, con conseguenze estremamente pericolose, come nella sindrome dell’intestino permeabile (Leaky Gut Syndrome).

    Come mantenere il microbiota in equilibrio per un invecchiamento in salute

    Si può intervenire per migliorare la salute del microbiota prima di tutto attraverso la dieta, che è lo strumento principale di manipolazione del microbiota. Una dieta equilibrata e ricca di fibre contribuisce a mantenere il delicato equilibrio naturale dell’ecosistema intestinale.

    Alcune raccomandazioni¹ sono preziose per mantenere un microbiota sano:

    • gli alimenti devono essere il più possibile freschi e naturali;
    • i pasti vanno consumati in maniera regolare e costante;
    • il cibo va masticato bene;
    • il consumo di proteine animali deve essere ridotto a vantaggio degli alimenti di origine vegetale di buon contenuto proteico, come i legumi;
    • i cereali completi sono da preferire a quelli raffinati;
    • vanno limitati i grassi animali, particolarmente ricchi di grassi saturi;
    • si deve cercare di eliminare o ridurre accuratamente i cibi contenenti additivi, conservanti, coloranti o residui di coltivazione;
    • le verdure crude vanno consumate quotidianamente e in abbondanza;
    • vanno aboliti o ridotti gli alimenti verso cui si è intolleranti.

    Per saperne di più, scarica Il microbiota intestinale e il suo linguaggio, il Dizionario del Microbiota di Wellmicro.


    1 Fonte: Redondo-Useros N et al, Microbiota and Lifestyle: a special focus on diet. nutrients. 2020 Jun 15;12(6):1776.


    Ne abbiamo parlato con il Prof. Giovanni Marasco:

    Conosci i 7 fondamenti della prevenzione per invecchiare in salute?

    Sono contenuti nel Manifesto per una longevità sana realizzato nell’ambito del progetto Wellongevity.

    Approfondisci

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    Named Group sostiene con il proprio contributo incondizionato il premio Longevitas, promosso dalla Fondazione Longevitas.

    Named Group sostiene con il proprio contributo incondizionato il premio Longevitas, promosso dalla Fondazione Longevitas.

    Named Group sostiene con il proprio contributo incondizionato il premio Longevitas, promosso dalla Fondazione Longevitas. Il premio è un’iniziativa nazionale rivolta a tutte le Università italiane con l’obiettivo di premiare le migliori tesi di laurea che apportino un contributo innovativo nell’ambito della longevità offrendo ai giovani laureati e laureandi opportunità di crescita professionale.

    Named Group ha scelto di sostenere l’iniziativa nell’ambito del proprio impegno a favore di una longevità attiva non solo in termini di ricerca e sviluppo di soluzioni di medicina naturale mirate a favorire il miglior stato di salute lungo tutte le fasi della vita, ma anche con progetti e pubblicazioni scientifiche destinati a promuovere strategie mirate alla sostenibilità di un invecchiamento attivo compatibile con l’allungamento della vita.

    Il premio promosso dalla Fondazione Longevitas con il patrocinio della Camera dei Deputati, della Regione Lazio, di Roma Capitale e di Federfarma e in collaborazione con Over, il Silver economy Network e la Fondazione SoLongevity, viene istituito per sostenere lo scambio intergenerazionale e favorire la diffusione di valori legati alla qualità della vita nella terza età. Il concorso è aperto a tutti i laureati e laureandi che, dopo il 1° gennaio 2021, abbiano discusso o stiano per discutere una tesi su longevità, invecchiamento attivo e qualità di vita nella terza età negli ambiti più diversi.

    Le candidature vanno presentate tramite il form presente sul sito della Fondazione Longevitas al seguente link: https://fondazionelongevitas.it/premio-longevitas entro e non oltre il 31 dicembre 2024. La candidatura deve essere corredata dalla liberatoria allegata al bando per favorire la pubblicazione delle tesi nella sezione apposita del sito della Fondazione Longevitas. La partecipazione al concorso è gratuita. Il comitato tecnico-scientifico esaminerà le tesi pervenute e il premio sarà riconosciuto a 5 candidati vincitori ai quali sarà data l’opportunità di sostenere un colloquio finalizzato ad uno stage presso le aziende sostenitrici.

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    Named Group sponsor della XVII edizione della Settimana di Prevenzione dell’invecchiamento mentale (SPIM)

    Named Group sponsor della XVII edizione della Settimana di Prevenzione dell’invecchiamento mentale (SPIM), organizzata dall’Associazione Assomensana.

    Named Group, nell’ambito del suo impegno nel campo della longevità attiva e in salute ha scelto di essere sponsor delle iniziative organizzate nella settimana dal 20 al 28 settembre dall’Associazione Assomensana che da 20 anni si occupa di prevenzione in ambito di deterioramento cognitivo. Named Group con il proprio contributo incondizionato ha sostenuto l’organizzazione della Settimana di Prevenzione dell’Invecchiamento Mentale (SPIM), che consente in varie località d’Italia a chiunque di usufruire della consulenza di psicologi, neurologi, geriatri ed altri esperti al fine di verificare lo stato delle proprie performance cognitive e un camper tour informativo in 10 città italiane destinato a distribuire materiale su memoria, ragionamento, attenzione e altro ancora, per mantenere mente e cervello in forma.

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    Evento LIFe

    “C’è fermento nell’aria…”: l’evento di lancio di LIFe

    Aperitivo e show cooking esclusivi nel micro-panificio Le Polveri di Milano

    Un evento esclusivo per dare il benvenuto a LIFe (Laboratorio Italiano Fermentati) in Named Group. Durante “C’è fermento nell’aria…”, giornalisti, foodblogger e professionisti del settore food & beverage hanno potuto scoprire o approfondire la qualità dell’offerta di LIFe e lo spirito che ne anima la produzione.

    A ospitare l’appuntamento è stato il micro-panificio milanese Le Polveri, che già da tempo usa nelle proprie preparazioni le verdure fermentate spontaneamente della linea Orto Fermentato. Dopo un aperitivo a base di prodotti LIFe, l’evento è proseguito con uno show cooking informativo a cura di Flavio Sacco, biologo fermentatore di LIFe, Aurora Zancanaro, chimica e panificatrice di Le Polveri, e Livia Galletti, biologa nutrizionista.

    Tradizione e innovazione convivono in Named Group, che grazie all’unione delle nove aziende – anche in termini di ricerca e sviluppo – è oggi l’unico player dell’healthcare di consumo a essere presente in tutti i settori verticali di questo mercato.

    Alessio Romitelli
    ,
    CEO di Named Group

    Entrata a far parte di Named Group nel 2024, LIFe è l’azienda italiana pioniera nella produzione di verdure biologiche fermentate spontaneamente.

    Gli alimenti fermentati sono da sempre una componente delle comuni abitudini alimentari, ma negli ultimi anni sono anche al centro di una riscoperta da parte del mondo scientifico. Il loro ruolo nel mantenimento dell’equilibrio del microbiota intestinale li ha imposti all’attenzione come utili alleati del benessere e della longevità, catturando l’interesse dei nutrizionisti e dei consumatori attenti alla salute. La fermentazione spontanea, in particolare, avviene in presenza di migliaia di differenti ceppi batterici, e così assicura una maggiore biodiversità rispetto alla fermentazione indotta da microrganismi starter.

    “Di fronte a processi produttivi industriali che hanno marginalizzato nel tempo la cultura della fermentazione naturale, appiattendo gusti e biodiversità alimentare, la mission di LIFe è stimolare le persone affinché si avvicinino nuovamente ai cibi fermentati, vivi e non pastorizzati, al fine di promuovere un’alimentazione più sana e sostenibile per l’ambiente.”

    Flavio Sacco
    , biologo fermentatore e fondatore di LIFe

    L’approccio ecosostenibile di LIFe comprende anche l’uso di materie prime rigorosamente biologiche e del territorio, produzione non energivora e riduzione dello scarto. Anche questa è un’attività che produce benessere, evitando di causare inquinamento superfluo e restando fedele all’approccio di LIFe descritto da Flavio sacco: “imparare dagli ecosistemi naturali e non manipolarli”.

    Guarda tutte le interviste dell’evento di lancio di LIFe



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    Ritrovare il sonno ristoratore

    Ritrovare il sonno ristoratore

    Conoscere cause e conseguenze dei disturbi del sonno per sapere come gestirli

    Una buona qualità del sonno è essenziale per lo stato di salute. L’importante è risvegliarsi al mattino in piena forma. Un buon sonno, infatti, si giudica dal risveglio e non in base alla sua durata.

    Il ritmo del sonno

    Il ritmo del sonno è regolato da un gruppo di cellule nervose localizzate nell’ipotalamo, struttura nervosa posta nella parte anteriore del cervello. Tali cellule sono influenzate dagli stimoli di luce e buio provenienti dalla retina e dal livello della melatonina, sostanza prodotta durante la notte a partire dalla serotonina. 

    La propensione a dormire non dipende unicamente dal rapporto luce-buio. Importante appare essere anche la diminuzione della temperatura nell’indurre il sonno. Per tale ragione tendiamo ad addormentarci verso le ore 22-23 quando la temperatura del corpo scende e ci risvegliamo verso le ore 6-7 quando la temperatura risale.

    Durata del sonno e luce blu

    Una ricerca condotta presso l’Università di San Diego in California ha evidenziato che la quantità ottimale di tempo da dedicare al sonno è di almeno 7 ore, mentre non dovrebbe superare le 9 ore.

    Molteplici sono i fattori che possono disturbare il ritmo sonno-veglia. In particolare, una delle ragioni dell’aumento dei disturbi del sonno è l’onnipresenza della luce blu nel sistema di illuminazione artificiale.

    Le sorgenti luminose dovrebbero essere progettate per minimizzare le conseguenze negative per la nostra salute. Le frequenze blu della luce, infatti, inibiscono la liberazione di melatonina.

    Conseguenze dei disturbi del sonno

    Quando il sonno è insufficiente o disturbato si manifestano fenomeni negativi, come la riduzione delle prestazioni abituali, una minore produttività, minor sintonia con i familiari e i colleghi, ridotti contatti sociali, un rischio più elevato di incidenti stradali, una maggior frequenza di cadute nelle persone anziane.

    Misure generali

    Per favorire un buon ritmo sonno-veglia è opportuno seguire alcuni consigli:

    • Evitare i pasti troppo abbondanti di sera e astenersi dalle sostanze stimolanti o eccitanti (caffè, tè, bibite alla cola, tabacco, farmaci).
    • Controllare se si stanno assumendo farmaci che possono provocare insonnia.
    • Evitare l’esercizio fisico faticoso e le attività mentali impegnative nelle ore prima di coricarsi. Evitare le discussioni troppo vivaci. Evitare la visione di film e le letture troppo stimolanti.
    • Non dormire davanti al televisore prima di andare a letto.
    • Coricarsi con l’intenzione di dormire solo quando si ha sonno e, se non si riesce a addormentarsi, fare qualcosa di distensivo (per esempio ascoltare musica rilassante).
    • Praticare tecniche di rilassamento prima di andare a letto. Farsi una doccia per scaricare l’energia statica accumulata nel corpo.
    • Coricarsi e alzarsi sempre alla stessa ora, sia che la notte sia stata riposante o insonne. Non concedersi sonnellini durante la giornata nell’intento di recuperare il sonno perso di notte, oppure limitarne la durata.

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    Cos’è la fermentazione spontanea?

    Cos’è la fermentazione spontanea?

    Alla scoperta di un delicato processo naturale

    La fermentazione è un processo di cui chiunque ha sentito parlare, ma non tutti sanno che ne esistono diversi tipi. A fare la differenza sono le sostanze prodotte, dalle quali le diverse fermentazioni prendono i loro nomi, e i microrganismi coinvolti.

    Le più diffuse sono la fermentazione lattica e la fermentazione alcolica. Il processo di fermentazione dell’acido lattico, per esempio, è alla base della fermentazione dei latticini e della maggior parte degli alimenti di origine vegetale e animale. Non tutte le fermentazioni di un certo genere sono uguali: in funzione dei microrganismi maggiormente presenti, possiamo ottenere diversi risultati – e quindi diversi sapori.

    La fermentazione spontanea è quella iniziata o indotta in assenza di microrganismi esogeni (es. i cosiddetti starter), affidata invece al microbioma autoctono dell’alimento. Ciò non significa che il processo venga lasciato a sé stesso: è necessario allestire le condizioni ideali per far proliferare, tra i microrganismi già presenti, quelli voluti. I processi metabolici sono guidati e controllati attraverso la creazione di un ambiente selettivo attraverso la modulazione di variabili come temperatura, salinità, presenza di ossigeno, durata e taglio dell’alimento.

    La fermentazione spontanea garantisce negli alimenti sottoposti al processo una grande ricchezza in biodiversità in quanto saranno presenti migliaia di ceppi batterici diversi, mentre nel caso di fermentazione con starter saranno presenti, seppure in grande quantità, solo i pochi ceppi inoculati.

    Nel 2024 è entrata in Named Group LIFe (Laboratorio Italiano Fermentati), azienda italiana pioniera nello studio, nella produzione e nella distribuzione di alimenti vegetali biologici fermentati spontaneamente.

    “In LIFe studiamo l’ecosistema microbico che guida le fermentazioni spontanee, per imparare a generare ingredienti e alimenti funzionali attraverso la gestione di processi che in natura si sono evoluti probabilmente nell’arco di migliaia di anni”, spiega Flavio Sacco, PhD in Biodiversità e Evoluzione, co-fondatore di LIFe e responsabile della Produzione e della R&S.

    “Osserviamo come lavorano i microrganismi in Natura per imparare da essi, piuttosto che costringerli a processi per i quali non sono nati. Il nostro approccio è imparare dagli ecosistemi naturali e non manipolarli.”
    Flavio Sacco

    “In questo modo”, aggiunge Sacco, “abbiamo creato un ponte fra l’ecosistema microbico ambientale e quello umano, il microbiota, attraverso ingredienti e alimenti fermentati, che si arricchiscono naturalmente di composti fondamentali per la nostra salute quotidiana”.

    Per scoprire di più su LIFe, è possibile leggere la scheda dedicata all’azienda sul sito del Gruppo.

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    Depurazione: ritrovare l’equilibrio dopo le vacanze

    Depurazione: ritrovare l’equilibrio dopo le vacanze

    Come tornare in forma dopo gli eccessi dell’estate

    L’estate, soprattutto durante le vacanze, rappresenta un periodo di relax e spensieratezza nel quale è comune concedersi qualche sfizio in più a tavola. È piacevole fare aperitivi o grigliate e consumare bibite zuccherate, birre o gelati; ed è inevitabile adeguarsi alle opzioni disponibili, quando si mangia in ristoranti, chioschi o bar. Inoltre, il caldo e le attività notturne portano a sfasare i ritmi sonno-veglia abituali e a trascurare l’attività fisica. Non si può certo rinunciare a godersi l’estate.

    Cambio stagionale

    Tuttavia, al rientro, molti sottovalutano l’importanza di ripristinare il benessere del nostro organismo. È essenziale prestare attenzione a ciò che mangiamo per recuperare rapidamente la forma fisica e il benessere generale, aiutando il corpo a disintossicarsi dagli eccessi e a ristabilire un equilibrio salutare.

    Proprio all’arrivo dell’autunno, stagione tradizionalmente dedicata alla semina, con l’inizio del nuovo anno scolastico, la ripresa dell’attività lavorativa, con le mutate condizioni atmosferiche e la diminuzione delle ore di luce naturale, diventa importante preparare l’organismo al cambio stagionale.

    Misure generali

    Per depurare l’organismo e ritrovare il benessere dopo le vacanze, può essere utile seguire alcune indicazioni.

    • Ridurre il più possibile il carico tossico. Per fare alcuni esempi: farmaci, fumo, eccesso di alcol e caffè, additivi alimentari, inquinanti ambientali. 
    • Alimentazione. Consumare piatti leggeri e nutrienti come insalate, legumi, verdure e frutta fresca. Evitare invece cibi ad alto contenuto di grassi saturi, come salumi, formaggi stagionati e cibi fritti, ma anche zuccheri raffinati e alimenti troppo speziati.
    • Cibi fermentati. Integrare yogurt, kefir, miso e verdure fermentate, ricchi di probiotici, per migliorare la salute intestinale.
    • Alcol e bevande zuccherate. Ridurre o sospendere alcolici e bevande zuccherate.
    • Idratazione. Bere almeno un litro e mezzo d’acqua al giorno.
    • Integratori alimentari. Nella dieta può essere utile introdurre integratori naturali per compensare le mancanze dell’alimentazione e favorire un più rapido ritorno all’equilibrio dell’organismo.
    • Attività fisica. Praticare attività motoria regolarmente, come una passeggiata di 30 minuti al giorno.
    • Luce del sole. Esporsi alla luce solare, possibilmente un quarto d’ora al giorno.
    • Gestione dello Stress: Praticare yoga, meditazione o tecniche di rilassamento per ridurre lo stress.

        Depurazione nel cambio stagionale

        Le cure disintossicanti, dette anche depurative o cure di drenaggio, hanno lo scopo di eliminare le scorie e le tossine che si accumulano nel nostro organismo, soprattutto in conseguenza dell’inquinamento alimentare, atmosferico e da farmaci.

        Il drenaggio viene attuato stimolando, in maniera blanda e prolungata ma efficace, gli organi di eliminazione (cute, polmoni, fegato, reni, intestino, matrice connettivale, vasi linfatici) che canalizzano verso l’esterno le sostanze da espellere e i liquidi in eccesso.

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        Cistite: Perché in estate è più frequente?

        Cistite: Perché in estate è più frequente?

        Durante l’estate, la cistite è un fenomeno più comune a causa delle condizioni climatiche favorevoli alla proliferazione batterica. Il caldo e l’umidità contribuiscono alla crescita dei batteri nelle vie urinarie, creando un ambiente propizio per le infezioni. Inoltre, durante i mesi più caldi, si tende a bere meno acqua, riducendo così la quantità di urina prodotta, che aiuta a sciacquare via i batteri. Questa diminuzione dell’idratazione aumenta la concentrazione di batteri dannosi nelle vie urinarie.

        Le cistiti sono infezioni delle vie urinarie (IVU) molto frequenti e fastidiose, caratterizzate da sintomi quali bruciore, dolore durante la minzione, senso di peso al basso ventre e necessità frequente di urinare. Ulteriori segni possono includere urina torbida, cambiamento di odore o colore delle urine e, talvolta, la presenza di sangue (ematuria).

        Un sintomo comune è il senso di dolenzia continua nella parte bassa dell’addome. La diagnosi di infezione delle vie urinarie viene confermata dall’urocoltura quando sono presenti più di 100.000 batteri per millilitro di urina.

        Infezioni urinarie nella donna

        Le infezioni urinarie colpiscono circa 150 milioni di persone nel mondo ogni anno, con un’incidenza maggiore durante la stagione estiva, soprattutto tra le donne. La cistite è considerata ricorrente quando si manifestano almeno due episodi in sei mesi o tre o più episodi in un anno.

        Il principale agente patogeno delle cistiti è l’Escherichia coli, un batterio intestinale che può risalire fino alla vescica, aderendo alle pareti e formando colonie protette da una pellicola nota come biofilm batterico. Questo meccanismo rende i batteri resistenti sia alle difese immunitarie sia ai trattamenti antibiotici.

        Le alte temperature e l’umidità estiva facilitano la proliferazione di batteri, specialmente quando la sudorazione e la perdita di liquidi non vengono compensati da un’adeguata idratazione. Questo scenario porta a una riduzione della frequenza della minzione, favorendo l’accumulo di batteri.

        Le donne sono particolarmente predisposte alle infezioni urinarie, con un’incidenza circa 50 volte superiore rispetto agli uomini. Ciò è dovuto a diversi fattori, tra cui la conformazione anatomica (uretra più corta), l’uso più frequente di assorbenti interni, soprattutto in estate, e le variazioni ormonali. In particolare, le donne in menopausa, con bassi livelli di estrogeni, presentano vie urinarie meno protette.

        Misure generali

        Per prevenire le infezioni urinarie ricorrenti, è consigliabile adottare alcune misure preventive:

        • Idratazione: Bere almeno 2 litri d’acqua al giorno per facilitare la produzione di urina e la rimozione dei batteri.
        • Alimentazione: Seguire una dieta ricca di fibre per prevenire la stitichezza, che può aumentare il rischio di infezioni urinarie.
        • Igiene Intima: Dopo l’evacuazione intestinale, le donne dovrebbero pulirsi dall’avanti all’indietro per evitare la contaminazione dell’area genitale con batteri intestinali.
        • Flora Intestinale: Mantenere l’equilibrio della flora intestinale mediante l’uso di fermenti lattici, prevenendo così disbiosi intestinali che possono alterare l’ecologia del colon.
        • Abbigliamento: Evitare capi che possono causare macerazione nella zona genitale, come collants, pantaloni stretti e tamponi interni.
        • Minzione Frequente: Urinare frequentemente e non trattenere l’urina, oltre a urinare dopo i rapporti sessuali, per aiutare a eliminare eventuali batteri.

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        Named Group al CPHI 2024

        Named Group al CPHI 2024

        Dall’8 al 10 ottobre, parteciperemo al CPHI, il più grande evento mondiale dedicato al settore farmaceutico, che quest’anno si terrà a Milano per la sua trentacinquesima edizione.

        La partecipazione alla fiera rappresenta un passo importante per rafforzare il nostro percorso di sviluppo internazionale, che ci vede attualmente presenti in oltre 65 paesi con una crescita costante e un impegno continuo nell’innovazione.

        Vi aspettiamo alla HALL 10 | G35 e G37 per scoprire le ultime novità del nostro Gruppo.

        Join Us at CPHI 2024

        From October 8th to 10th, we will be attending CPHI, the world’s largest event dedicated to the pharmaceutical sector, which will be held in Milan this year for its thirty-fifth edition.

        Participating in this event marks an important step in strengthening our international development path, currently spanning over 65 countries with continuous growth and a steadfast commitment to innovation.

        We look forward to welcoming you at HALL 10 | G35 and G37 to discover the latest developments from our Group. 

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        Sole e pelle, un equilibrio delicato

        Sole e pelle, un equilibrio delicato

        Una panoramica su benefici e rischi dell’esposizione alla luce solare

        Il sole è un alleato insostituibile per il benessere, ma un’esposizione eccessiva ai suoi raggi lo trasforma in un pericolo.

        È grazie all’esposizione al sole, che il nostro corpo sintetizza naturalmente la maggior parte (fino al 90%) della vitamina D di cui ha bisogno per regolare i livelli di calcio e fosfato e contribuire alla mineralizzazione delle ossa. Inoltre, i raggi solari sulla pelle e negli occhi stimolano la produzione di serotonina e endorfine, sostanze divenute ormai celebri anche nel pubblico dei non specialisti per il loro ruolo nel sollevare e sostenere il tono dell’umore. Nel nostro organismo, il sole contribuisce anche ai processi di regolazione dei ritmi circadiani e alla produzione di melatonina.

        Tuttavia, bisogna considerare anche i potenziali effetti negativi delle radiazioni solari: non solo quelli immediati, come irritazioni e ustioni, ma anche quelli che emergono col tempo e si cronicizzano, come il fotoinvecchiamento e l’incremento del rischio di sviluppare tumori cutanei come il carcinoma basocellulare, il carcinoma a cellule squamose e il melanoma. I raggi UVB hanno infatti un effetto mutageno diretto sul DNA: in altre parole, i danni subiti entrano a far parte del patrimonio genetico delle cellule e permangono nel tempo.

        È necessario dunque usare cautela nell’esporsi al sole, soprattutto nelle ore centrali del giorno in estate. Utilissimi alla prevenzione sono i filtri solari – per esempio creme, latte e oli – che limitano la penetrazione delle radiazioni ultraviolette nella pelle.

        Ecco alcuni consigli pratici su come ricorrere alla fotoprotezione:

        • scegliere il filtro solare sulla base delle caratteristiche del proprio fototipo, tenendo a mente che il fattore di protezione indicato sulle confezioni dei prodotti in commercio si riferisce a test di laboratorio e va ridotto di circa il 30%. In altre parole, in condizioni normali una protezione 50 equivale a una 35;
        • proteggere con particolare attenzione la pelle dei bambini, più delicata e sensibile rispetto a quella degli adulti;
        • applicare la fotoprotezione mezz’ora prima di ogni esposizione al sole;
        • considerare che il sudore diluisce la concentrazione delle sostanze protettive e può essere opportuno ripetere l’applicazione del filtro anche più spesso del previsto.

        Fonti
        van der Rhee, H., de Vries, E., Coomans, C., van de Velde, P., & Coebergh, J. W. (2016). Sunlight: For better or for worse? A review of positive and negative effects of sun exposure. Cancer Res Front, 2, 156-83. doi: 10.17980/2016.156

        Holick, M.F. (2020). Sunlight, UV Radiation, Vitamin D, and Skin Cancer: How Much Sunlight Do We Need?. In: Reichrath, J. (eds) Sunlight, Vitamin D and Skin Cancer. Advances in Experimental Medicine and Biology, vol 1268. Springer, Cham. doi.org/10.1007/978-3-030-46227-7_2

        Sole sicuro. Specchiasol, sito web.

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        Medicina di precisione e test del microbiota

        Medicina di precisione e test del microbiota

        Uno strumento innovativo che può aprire nuovi orizzonti

        La medicina di precisione è un approccio innovativo alla cura e alla prevenzione delle malattie che punta a calibrare i trattamenti sulle caratteristiche del singolo paziente. In una certa misura, adeguare le terapie al singolo caso è sempre stato necessario – ma la quantità di dati che oggi siamo in grado di raccogliere ed elaborare amplia di molto le possibilità di progettare interventi su misura.

        Elemento chiave della medicina di precisione è il ricorso alla genomica e alle tecnologie di sequenziamento del DNA.

        Introduzione al test Wellmicro del microbiota intestinale

        È appunto sul sequenziamento massivo del DNA microbico intestinale che si basa il test del microbiota messo a disposizione da Wellmicro, azienda di Named Group. Andrea Castagnetti, General Manager di Wellmicro, ha sottolineato l’utilità del test proprio nell’ottica della medicina di precisione: “Il test del microbiota intestinale rappresenta uno strumento utile ai professionisti per migliorare il percorso diagnostico-terapeutico, che sempre più tende a focalizzarsi sulle caratteristiche individuo-specifiche della persona”.

        “Il Gut Test di Wellmicro ricostruisce la composizione microbica del campione avvalendosi di innovativi strumenti bioinformatici come database proprietari per l’assegnazione tassonomica e pipeline brevettate per l’interpretazione funzionale”.

        “In altri termini”, ha aggiunto Castagnetti, “partendo da un’affidabile profilazione tassonomica del microbiota se ne traduce la composizione nel possibile pattern metabolico risultante. Questo permette la valutazione di quali aspetti dello stato di salute dell’ospite possano essere impattati dal microbiota fornendo nuove informazioni fondamentali per una anamnesi il più possibile completa del paziente”.

        Wellmicro punta a restare all’avanguardia nel proprio settore: “Abbiamo intenzione di generare uno dei più importanti database di metagenomica a livello internazionale per avventurarci nelle nuove frontiere del microbioma, come dark matter [specie microbiche completamente sconosciute prima dell’avvento della metagenomica] e i batteriofagi”.

        Scarica Il microbiota intestinale e il suo linguaggio, il Dizionario del Microbiota di Wellmicro

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        COMUNICATO STAMPA NOMINA CEO

        ALESSIO ROMITELLI È IL NUOVO CEO DI NAMED GROUP
        Il manager romano va alla guida del polo italiano della salute naturale che sviluppa e commercializza prodotti per il consumer health, dalla nutraceutica all’analisi del microbiota, fino agli alimenti fermentati spontaneamente.

        Dieta e salute: cosa sono gli alimenti fermentati?

        Dieta e salute: cosa sono gli alimenti fermentati?

        Una panoramica sugli alimenti “lavorati” dai microrganismi

        Gli alimenti fermentati sono alimenti che hanno subito una trasformazione operata da microrganismi come lieviti e batteri 1. Molti alimenti che mangiamo o beviamo quotidianamente sono fermentati: per esempio il pane, la birra, lo yogurt e i formaggi. Esistono poi alimenti fermentati meno comuni, in parte provenienti da tradizioni culinarie diverse dalla nostra, che oggi riscuotono molto successo e interesse dal punto di vista scientifico come il kefir, il kombucha e le verdure fermentate.

        Proprio queste ultime sono al centro della ricerca e della produzione di LIFe, azienda italiana pioniera nella produzione di verdure biologiche fermentate spontaneamente, recente acquisizione di Named Group.

        Una storia di fermentazioni

        Gli alimenti fermentati fanno parte della dieta umana da circa 10.000 anni. Tra le prime prove dell’applicazione deliberata della fermentazione, vi sono vasi di ceramica trovati in Cina risalenti al 7000 a.C. e utilizzati per fermentare riso, miele e frutta 2. Mentre nell’antichità la funzione primaria della fermentazione ruotava attorno a maggiori sicurezza alimentare e durata di conservazione, più di recente gli alimenti fermentati sono stati associati anche a benefici per la salute.

        Uno dei primi sostenitori di questa ipotesi fu Élie Metchnikoff, interessato al potenziale del cibo nel favorire l’allungamento della vita. Nei suoi lavori, Metchnikoff attribuì la lunga vita dei contadini bulgari agli alimenti base del Paese all’epoca; in particolare al latte inacidito. Nei suoi esperimenti scoprì che le colture di batteri dell’acido lattico (LAB) nel cibo fermentato producevano “corpi disinfettanti” benefici per il loro ospite umano.

        I benefici per la salute

        Gli alimenti fermentati sono stati collegati positivamente alla salute umana a partire dai primi anni del 1900; i meccanismi successivamente postulati attraverso i quali questi alimenti possono apportare benefici alla salute includono uno o una combinazione di elementi, tra cui:

        • il valore nutrizionale diretto degli alimenti fermentati, compresi i composti bioattivi, prodotti come conseguenza del processo di fermentazione; 
        • la fornitura di nutrienti per promuovere la crescita dei microbi intestinali indigeni; 
        • la capacità dei microbi negli alimenti fermentati di sopravvivere al transito gastrico e di diventare una componente del microbioma intestinale o di inibire/competere con i membri esistenti del microbioma intestinale.

        Scarica il Dizionario del Microbiota di Wellmicro, “Il microbiota intestinale e il suo linguaggio”

        Di conseguenza, alcuni ricercatori hanno proposto di includere gli alimenti fermentati nelle Linee Guida dietetiche nazionali di tutto il mondo. Chilton e colleghi 3 sostengono che, in ragione del loro protratto ruolo come parte della dieta umana e dei loro benefici nutrizionali e terapeutici consolidati ed emergenti, determinati in parte dal loro stesso microbioma, meritano di essere presi in considerazione per un consumo regolare. Inoltre, i batteri probiotici – definiti come “microrganismi vivi che, se consumati in quantità adeguate, conferiscono un beneficio alla salute dell’ospite” – possono far parte del microbiota degli alimenti fermentati 4.


        1 Fermented foods, Health and Gut Microbiome Natasha K. Leeuwentdall, Catherine Stanton, Paul o’ Toole, Tom p. Beresford; Nutrients 2022 Apr 6; 14(7): 1527.doi:10.3390/nu14071527

        2 McGovern, PE; Zhang, J.; Tang, J.; Zhang, Z.; Sala, GR; Moreau, RA; Núñez, A.; Butrym, DE; Richards, deputato; Wang, C.-S.; et al. Bevande fermentate della Cina pre e protostorica. Proc. Natl. Accade. Sci. Stati Uniti 2004 101, 17593-17598.

        3 Chilton, SN; Burton, JP; Reid, G. Inclusione di cibi fermentati nelle guide alimentari di tutto il mondo. Nutrienti 2015, 7, 390–404.

        4 Organizzazione delle Nazioni Unite per l’alimentazione e l’agricoltura. Probiotici negli alimenti; proprietà salutistiche e nutrizionali e linee guida per la valutazione. Nel documento della FAO sugli alimenti e la nutrizione; FAO/OMS: Roma, Italia, 2006; P. 85

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        Nuova acquisizione: LIFe entra in Named Group


        LIFe entra in Named Group

        Crescono il portfolio prodotti e il patrimonio di know-how del Gruppo

        L’acquisizione di LIFe, azienda italiana pioniera nella produzione di verdure biologiche fermentate spontaneamente, porta un know-how e una gamma di prodotti destinati a integrarsi con successo nell’offerta complessiva di Named Group.

        “Potremo fattorizzare le competenze di LIFe nell’R&D di Gruppo, con l’obiettivo di realizzare integratori sempre più efficaci nel rispondere alle specifiche esigenze di benessere lungo tutte le fasi della vita, accrescendo la conoscenza del microbiota che la nostra Wellmicro ci mette già a disposizione e sostenendoci nella posizione di leader in questo campo.”

        Alessio Romitelli
        CEO di Named Group

        Di recente, infatti, gli alimenti fermentati sono stati riscoperti e valorizzati proprio per via del loro apporto alla biodiversità del microbiota intestinale, stimolando l’interesse di nutrizionisti e consumatori.

        “I microbi sono una parte bella e necessaria della vita quotidiana. Si stanno moltiplicando gli studi scientifici che confermano l’influenza positiva dei cibi fermentati sul benessere del microbiota intestinale, organo fondamentale per la salute fisica e mentale di ciascuno.”

        Flavio Sacco
        PhD in Biodiversità e Evoluzione, co-fondatore di LIFe e responsabile della Produzione e della R&S

        I meccanismi attraverso i quali questi alimenti possono apportare benefici includono uno o una combinazione di elementi, tra cui:

        • il valore nutrizionale diretto degli alimenti fermentati, compresi i composti bioattivi, prodotti come conseguenza del processo di fermentazione;
        • la fornitura di nutrienti per promuovere l’equilibrio dei microbi intestinali indigeni;
        • la capacità dei microbi negli alimenti fermentati di sopravvivere al transito gastrico e di diventare una componente del microbioma intestinale o di inibire/competere con i membri esistenti del microbioma intestinale. 1

        Per riassumere usando le parole di Alessio Romitelli, “Gli alimenti vegetali fermentati spontaneamente sono grandi alleati della salute e della longevità”.

        Grazie all’acquisizione di LIFe, Named Group consolida dunque il suo posizionamento come unico attore del mercato consumer health a basare la propria ricerca e offerta sul concetto dell’essere umano come organismo sommato alla totalità dei microrganismi che lo abitano.


        1 Fermented foods, Health and Gut Microbiome Natasha K. Leeuwentdall, Catherine Stanton, Paul o’ Toole, Tom p. Beresford; Nutrients 2022 Apr 6; 14(7): 1527.doi:10.3390/nu14071527

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        Alessio Romitelli ha assunto il ruolo di CEO di Named Group

        9 luglio 2024

        Alessio Romitelli ha assunto il ruolo di CEO di Named Group

        Nell’ambito del percorso di integrazione e consolidamento all’interno di Named Group, Alessio Romitelli ha recentemente assunto il ruolo di CEO, delineando le sue priorità e la sua visione per il futuro del Gruppo: “ Il completamento del processo di integrazione e consolidamento di Named Group dopo la continua crescita del suo perimetro, il sostegno alla spinta in innovazione R&D, l’ampliamento di quote di mercato all’estero e in Italia sono le priorità che mi pongo come CEO per garantire il proseguimento del cammino di successo fin qui intrapreso. Per il nostro Gruppo è fondamentale l’impegno a mantenere l’eccellenza di prodotti e servizi offerti ai nostri clienti e la promozione di un ambiente di lavoro positivo e costruttivo: la solida base di una realtà che fa della differenza la propria forza e che sono onorato di guidare”.

        Named Group è pronto ad affrontare nuove sfide e a consolidare la propria posizione sia sul mercato nazionale che internazionale con un focus preciso sull’innovazione, mettendo sempre al centro la qualità e la soddisfazione dei clienti.

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        Comunicato Stampa GIORNATA MONDIALE DEL MICROBIOMA

        NAMED GROUP PUBBLICA ON LINE IL DIZIONARIO DEL MICROBIOTA INTESTINALE
        In occasione del @WMicrobiomeDay che si celebra domani 27 giugno è disponibile
        sul sito Named Group “Il microbiota intestinale e il suo linguaggio, dizionario per
        conoscere il tuo microbiota intestinale”

        Conoscere il microbiota per conoscere sé stessi

        Conoscere il microbiota per conoscere sé stessi

        La Giornata Mondiale del Microbiota, un’occasione per fare il punto sullo stato della ricerca

        Il 27 giugno di ogni anno si celebra la Giornata Mondiale del Microbioma, evento dedicato alla sensibilizzazione e alla diffusione della conoscenza sul microbioma umano. L’iniziativa è nata nel 2019 per impulso di APC Microbiome Ireland, istituto di ricerca presso l’irlandese University College Cork, e rappresenta un’occasione importante per i professionisti della salute, per il pubblico generale e per Named Group in particolare.

        Dal 2021, infatti, è entrata a far parte di Named Group l’azienda Wellmicro, pioniera nel campo dell’analisi genetica del microbiota umano, animale e ambientale. Fondata nel 2015 come spin-off dell’Università di Bologna, Wellmicro utilizza tecnologie avanzate di Next Generation Sequencing (NGS) per studiare la composizione del microbiota con una precisione e una completezza che fanno dell’azienda un importante punto di riferimento in Italia.

        Per il 2024, il tema scelto dalla Giornata Mondiale del Microbioma è Nutri i tuoi microbi. L’effetto della dieta sul tuo microbioma intestinale. Può sembrare scontata la considerazione per cui l’alimentazione ha conseguenze sulla composizione e sulla funzionalità del microbiota intestinale. Coi recenti progressi della ricerca, però, sono emerse l’ampiezza delle funzioni metaboliche, immunologiche e protettive del microbiota intestinale stesso e la sua importanza per lo stato di salute dell’individuo. Non è un caso se si parla di “asse intestino-cardiocircolatorio”, “asse intestino-fegato” e “asse intestino-cervello”: tutte espressioni nate per riassumere l’intensità dei rapporti che intercorrono tra questi organi, e l’interdipendenza del loro benessere. Gli esperti di Wellmicro hanno redatto il Dizionario del microbiota, un glossario che raccoglie le parole chiave per conoscere il microbiota intestinale e il suo linguaggio.

        Scarica Il microbiota intestinale e il suo linguaggio, il Dizionario del Microbiota di Wellmicro

        Una dieta bilanciata dunque può contribuire a mantenere l’equilibrio tra il microbiota intestinale e l’ospite, ma è possibile ragionare anche all’inverso: una maggiore comprensione del microbiota e una più profonda capacità di analizzarlo possono fornire indicazioni per una dieta mirata e consapevole. La condizione del microbiota intestinale dipende, per ciascuno, da fattori che comprendono tutto lo stile di vita come la dieta, l’uso di farmaci, l’attività sportiva, la qualità e quantità del sonno e altri fattori. A fronte di queste consapevolezze, medici e farmacisti sono chiamati a elaborare percorsi sempre più precisi in direzione del benessere.

        I test Wellmicro, accessibili a persone di tutte le età e condizioni di salute, hanno appunto l’obiettivo di fornire valutazioni precise della composizione microbica e del suo possibile impatto sulla salute dell’individuo utili alla pianificazione di interventi alimentari e integrativi personalizzati.

        L’approccio di Wellmicro si basa sullo Shotgun Sequencing, la tipologia più evoluta di metagenomica, che permette di sequenziare contemporaneamente tutti i genomi microbici presenti in un campione, fornendo una visione completa delle comunità batteriche, fungine, virali e parassitarie. Questa tecnologia è l’unica che permette di avere la fotografia completa di tutte le componenti del microbiota intestinale permettendo anche di identificare le relazioni complesse tra i diversi microrganismi.

        Anche dal punto di vista tecnologico, Wellmicro è all’avanguardia e ricorre alla piattaforma Illumina – NovaSeq 6000Dx, tra gli strumenti più potenti in termini di rapidità e accuratezza del processo di sequenziamento per l’analisi metagenomica.

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        Come integrare i carboidrati nell’endurance? La risposta di NAMEDSPORT>


        14 giugno 2024

        Hero Marathon, uno sforzo eroico

        Come integrare i carboidrati nell’endurance? La risposta di NAMEDSPORT>

        NAMEDSPORT> è Official Partner di Hero Südtirol Dolomites, la maratona di mountain bike che si presenta come “la più dura e spettacolare al mondo”. La partnership comporterà la presenza di uno stand brandizzato NAMEDSPORT> nello Hero Village, e la disponibilità di prodotti NAMEDSPORT> sia all’interno del pacco gara, sia in tutti i punti ristoro lungo il percorso.

        Il 15 giugno 2024, per la decima edizione di questa gara, i ciclisti partiranno da Selva di Val Gardena (Bolzano) e sceglieranno quale percorso affrontare fra i tre disponibili, della lunghezza di 86, 71 e 60 km. Attraverseranno quattro passi dolomitici, e al termine dell’impresa torneranno a tagliare il traguardo nel punto di partenza. Dall’Italia sarà possibile seguirli anche in televisione, in diretta su Rai Sport, e in streaming sul sito della manifestazione, ma la portata mediatica dell’evento sarà globale: verrà trasmesso in 188 Paesi su 5 continenti, facendone una vetrina inimitabile.

        Oltre a essere partner di Hero Marathon, NAMEDSPORT> sostiene due dei team partecipanti: Wilier-Vittoria MTB Factory e Torpado Kenda Factory. In avvicinamento alla gara, i profili Instagram delle due squadre, in collaborazione col profilo di NamedSport, stanno pubblicando video che raccontano la preparazione degli atleti e informano sul ruolo che gli integratori alimentari svolgeranno nel contesto dello sforzo competitivo.

        L’impegno divulgativo di NAMEDSPORT> passa anche attraverso la predisposizione e la pubblicazione di una Nutrition Strategy destinata ai ciclisti che si cimenteranno nella Hero Marathon. Si tratta di tre piani di integrazione, uno per ciascun percorso, pensati per permettere agli atleti di reintegrare tempestivamente le perdite di liquidi e mantenere alti la concentrazione e il livello energetico nel corso del lungo sforzo che li aspetta.

        Nell’endurance, cioè la resistenza di lunga durata, i carboidrati rappresentano la risorsa energetica critica. La carenza o l’eccesso di carboidrati possono compromettere significativamente le prestazioni degli atleti.

        Negli ultimi dieci anni, la ricerca scientifica ha intensificato lo studio del reintegro dei carboidrati, con l’obiettivo di massimizzare l’assunzione di carboidrati nell’unità di tempo. In passato, superare i 90 grammi di carboidrati per ora sembrava un traguardo impossibile.

        L’integratore Race Fuel di NAMEDSPORT> è stato sviluppato proprio grazie a queste nuove conoscenze e infatti rappresenta il fulcro della Nutrition Strategy. Comprende diversi formati – polvere, gel – elaborati per fornire elevate quantità di carboidrati.

        Se, da un lato, Hero Südtirol Dolomites mette alla prova la capacità di resistenza degli atleti, dall’altro è importante sottolineare che contribuisce alle capacità di resistenza del pianeta. Grande è l’attenzione dell’evento alla sostenibilità.

        “Pensiamo che sia nostro preciso dovere proteggere e salvaguardare responsabilmente questa straordinaria ricchezza per poterla consegnare in tutta la sua autenticità nelle mani delle generazioni future”, scrive l’organizzazione sul sito che ha dedicato ai temi ambientali. “Con il programma di sostenibilità HERO TO ZERO, vogliamo contribuire alla tutela dell’ambiente dolomitico e raggiungere gli obiettivi di sostenibilità delle Nazioni Unite (SDGs) per la salvaguardia del nostro pianeta”.

        Anche NAMEDSPORT> sposa con convinzione questo obiettivo. Oltre ad adottare comportamenti attenti e positivi, incentiverà in modo concreto la responsabilità ambientale dei partecipanti: premierà gli atleti che riconsegneranno presso lo stand gli incarti degli integratori usati, evitando di disperderli nell’ambiente. Un’iniziativa che si accosterà al programma Hero to Zero nel rispetto della natura e della bellezza dei paesaggi dolomitici celebrati dalla Hero Marathon.

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        Comunicato Stampa Named Group acquisisce LIFe

        Il polo italiano della salute naturale arricchisce il portfolio prodotti con una linea di
        verdure biologiche fermentate spontaneamente non pastorizzate, nel segno del
        benessere anche a tavola e del supporto alla biodiversità del microbiota intestinale.

        Protagonista Jury Chechi “professore di Benessere”

        02 maggio 2024

        VIBRACELL ON AIR

        Protagonista Jury Chechi “professore di Benessere”

        A partire dal 28 aprile il nostro integratore alimentare Vibracell sarà protagonista di una campagna pubblicitaria in esclusiva sulle reti Mediaset generaliste e tematiche in due flight successivi dal 28 aprile all’11 maggio dal 19 al 26 maggio.

        Abbinata alla pianificazione in TV, anche una campagna su YouTube che si protrarrà fino al 14 luglio e si baserà su 5 diverse video-pillole – di cui una versione dedicata allo Sport.

        Vibracell® è infatti disponibile anche nella formulazione Sport per andare incontro alle specifiche necessità di integrazione di chi pratica attività sportive.


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